Fumo negli occhi per l'archè di Malick

Creato il 20 maggio 2011 da Presidenziali @Presidenziali
Mettete giù le mani da Kubrick o voi usurpartori di paragoni. Quest'ultima impietosa opera di Malick poco ha a che fare con l'onnipotente ed è inimmaginabile un simile affronto dinanzi a tali risultati. Ma facciamo le cose con ordine. The Tree of Life non è altro che la pedissequa e sbiadita copia di The New Word che a sua volta lo è di La Sottile Linea Rossa; ma se in The New Word è la noia a prevalere lasciando intravedere un paio momenti quasi ispirati, qui siamo al compatimento più totale. Il peggior difetto di quest'opera mastodonticamente presuntuosa sta nell'autocompiacersi più estetizzante e sterile degli ultimi anni, data la statura di Malick. La storia della famiglia, del mondo, dell'uomo, del male, dell'amore, del brontosauro (!), ruota attorno a un esile ed effimero ellisse, gracile come il tentacolo di una medusa senza mantenerne le capacità offensive. Tutto gira male e a caso, disperdendo gli intenti (peraltro impalpabili) dell'autore. Le immagini risultano vacue e fastidiosamente poeticizzate, le musiche austere copie, ricalco epico di un classicismo datato. La continua ricerca dell'alto, dell'aldicosa? del neutro naturale riflettono concetti già espressi nel meglio del passato filmico del regista. E' la tensione spirituale a mancare totalmente e le voci fuoricampo (vi prego non se può più) sono a volte imbarazzanti. Si dice che Malick sia un eremita solitario, fatto sta ha perso il dono di parlare alla gente, tanto è chiaro come questo film sia più che altro un giocherello per se stesso (un po' come il Tetro di Coppola), lontano millenni dal comunicare umano e un minino accettabile. Una grossissima presa per il culo per noi che ne assistiamo inermi alle mentite spoglie. Un opera concava, rarefatta nella sostanza, nel contenuto, con un impianto estetico volubile e marcatamente melenso (se volete il melenso d'autore guardatevi I'm Here di Spike Jonze e poi e riparliamo). Insomma niente di niente, vi risparmio anche la storia (non c'è) e quando si accenna ad un minimo di svolgersi è ormai troppo tardi. Tutto sbagliato, tutto da rifare. Visto da un altro punto di vista è il miglior National Geographic di tutti i tempi. Palma d'oro a Cannes.
voto: 4.5

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