Funerali delle vittime dei naufragi: senza salme e senza sindaco

Creato il 18 ottobre 2013 da Molipier @pier78
Genny Sangiovanni vedi altri articoli 18 ottobre 2013 18:30

Il prossimo Lunedì 21 Ottobre alle 16, il molo turistico di San Leone, ad Agrigento, sarà la sede della funzione celebrativa delle tragedie del 3 e dell’11 Ottobre. Nei nubifragi hanno perso la vita 374 persone che verranno accolte in diversi cimiteri siciliani. Alla funzione saranno presenti i rappresentanti del governo e delle istituzioni.

Il premier Letta ha infatti annunciato i funerali di Stato per le vittime dei naufragi. Il sindaco di Lampedusa, invece, Giusi Nicolini, lo stesso giorno verrà ricevuta dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano insieme al presidente della commissione straordinaria per i diritti umani, il senatore Luigi Manconi.

Il sindaco spiega inoltre di essere amareggiata per il fatto che la commemorazione, anche se tardiva e con le salme già sepolte, non verrà effettuata a Lampedusa ma ad Agrigento: “La comunità della mia isola non merita di non essere coinvolta e di essere convocata a decisione già presa”.

Infatti, già nei giorni scorsi il sindaco aveva espresso disapprovazione per la confusione ed i ritardi sui funerali di Stato annunciati dal premier Letta durante la sua visita a Lampedusa, pubblicando un tweet in cui emerge la sua delusione per aver appreso che si stava “procedendo alla sepoltura delle salme partite da Lampedusa, senza funerali né di Stato né di paese”.

L’isola avrebbe ospitato una cerimonia prima del trasferimento delle vittime, se avesse saputo che non si sarebbero più tenuti i funerali.

Le bare sono state tumulate, spesso senza un rito religioso e molto rapidamente perché quei corpi non potevano più attendere i lunghi tempi decisionali del governo sulla possibilità di realizzare funerali di Stato. La provincia di Agrigento ha accolto circa 300 bare nei suoi cimiteri: bare senza nome e senza volto ma con un numero identificativo (a cui è collegata una foto del cadavere nella Prefettura di Agrigento) che segna l’ultima speranza per i familiari. La Prefettura ha istituito un ufficio per i parenti delle vittime.

Un gesto nobile è avvenuto da parte di alcuni cittadini che hanno reso disponibili le proprie cappelle familiari. Così la madre eritrea che ha dato la luce a suo figlio durante la traversata (i due sono stati trovati ancora uniti dal cordone ombelicale) sarà sepolta in una cappella familiare nel cimitero di Sambuca di Sicilia. Mentre al cimitero di Farello l’ultimo saluto a questi uomini senza identità è stato dato con un rito cattolico ed islamico, alla funzione erano presenti alcuni connazionali delle vittime, tra eritrei e somali.

Ovviamente, per quanto gentili possano risultare gli abitanti e le istituzioni siciliane ad accogliere nei propri territori le vittime, i parenti delle vittime protestano per le tumulazioni “forzate” e chiedono la restituzione delle salme. “Il governo eritreo è pronto ad assumersi l’onere del trasferimento della salma ad Asmara, non capisco perché le autorità italiane non diano il permesso.

Non mi muoverò da qui sino a quando non avrò la certezza che mio nipote Andemesk Fishasion, sarà seppellito in patria” spiega Meohane Gimeskli che arriva da Amburgo per riprendersi il nipote di 23 anni morto nel nubifragio.

Fonte | Repubblica.it

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