Il giorno del ritorno a scuola, mentre faceva la cretina per il prefabbricato, mettendo in mostra abbronzatura e vestitelli, la ‘povna aveva ricevuto, tra un complimento e l’altro, anche una telefonata da Esagono.
“Pronto, ciao Esagono, ben rientrato. E’ gentile da parte tua chiamarmi, soprattutto considerato che chissà quando ci saremmo visti, altrimenti. Immagino che fosse troppo lungo aspettare i venti minuti che ancora ci separano dal primo incontro al collegio”.
“Bentornata anche a te, ‘povna” – Esagono non si scompone, tanto oramai la conosce. Se questa fosse una conversazione di persona, le darebbe un libro in testa (che è poi il suo modo per esprimere, su per giù, questo concetto: “Quando fai la scema così ti prenderei a schiaffi, però, sotto sotto, via, ti stimo”).
E dunque prosegue:
“E allora, le vacanze? Ti sei riposata, come volevi, fuggendo via da tutto e tutti?”.
A prima botta, la ‘povna vorrebbe rispondergli: “Sì, come no, da tutto e tutti. E chi è allora che ti ha riscritto il progetto integrale che hai mandato per mail il 24 agosto, rimettendolo in un italiano non dico aulico, ma quanto meno corretto?”.
Ma sa quando è il momento di dire basta (anche perché in tutta onestà lui le aveva detto che non era urgente) e un diplomatico “Sì” le sembra la risposta più efficace.
“Molto bene, sono contento”.
“Anche io, davvero, adesso sono pronta a tutto”.
“Oh, era proprio quello che speravo mi dicessi”.
Un passo indietro è consigliabile:
“Ecco, magari per la pulizia dei cessi, aspetterei il secondo quadrimestre; per il resto, dimmi pure”.
“Ho pensato: perché non vai a occuparti, quest’anno, di rimettere in ordine il piano della nostra offerta?”.
(E questo è poi il motivo per il quale, anche se è un ingegnere, le tira i libri in testa, e non sa mettere le virgole, la ‘povna con Esagono va proprio d’accordo):
“Vuoi la verità vera? Lo confesso: effettivamente ci avevo pensato”.
“Perfetto, allora ti propongo come funzione strumentale a Barbie”.
“Funzione strumentale?! Mo’, stai calmo. Io pensavo a un ingresso più dolce”.
“Non dire sciocchezze, sei adattissima”.
E la ‘povna, che intravede legioni di impegni ad assediarla:
“Ma io devo andare in piscina”.
Esagono ride, l’incongruenza è patente. Ma in realtà la (ri)conosce:
“E se in commissione, insieme a te, ci fossero, per dire, Mafalda e l’Ingegnera Tosta?”.
“Allora se ne può parlare”.
La telefonata si chiude così. La ‘povna torna a svolazzare per i corridoi, ché i saluti da fare sono tanti.
Quando arrivano le quattro, e si palesa Esagono, ha modo di scoprire che ha già fatto campagna elettorale.
L’Ingegnera Tosta (e anche Mr. House, e la ‘povna non ha ancora capito se è bene o male, questo) è disposta a seguirla. Mafalda (che si è ritirata da un paio di commissioni per paura di non farcela) declina gentilmente. Ma in compenso lei e Stordita accettano di darle una mano, il lunedì, al Cinema di Scuola.
Nel frattempo, proseguono i lavori per l’adeguamento tecnologico della classe telematica: con Hal9000, Galileo (e Mr. Higgs a dare man forte) la ‘povna è stata messa d’ufficio pure in quest’altro gruppo.
“Minchia” – commenta a bassa voce con Mafalda.
“Su, su” – la consola lei, con l’aria saggia – “che con loro ti diverti. Alla fine non va male”.
Male non va, questo è certo. Ma l’anno si annuncia davvero assai bislacco.
Lo sceneggiatore (minacciato di licenziamento in tronco, e senza buona uscita, un martedì di agosto) ridacchia sotto i baffi. La ‘povna, dal canto suo, un po’ smadonna e un poco si diverte.
Per il momento, i nuovi ruoli ricoperti l’hanno portata a conoscere il codice di allarme della succursale (dove si è trovata, giusto ieri, chiusa dentro); e a scrivere un numero di e-mail molto elevato anche per i suoi standard.
Il gioco duro ancora non è arrivato, e lei ne è consapevole. Ma per lo meno (e questo è bello) c’è qualcosa da giocare.