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Fuochi d'artificio e colpi proibiti a Cardiff

Creato il 02 febbraio 2013 da Rightrugby
Fuochi d'artificio e colpi proibiti a Cardiff Six Nations - Millennium Stadium
Wales 22 - 30 Ireland
Niente male, come inizio di torneo: la prima partita del 6 Nations 2013 è quella di Cardiff, dove al Millennium Stadium Galles e Irlanda si affrontano in un match che pesa tanto. I padroni di casa si presentano all'appuntamento con il Grand Slam della scorsa edizione ormai lontano ricordo e un filotto di sconfitte sul groppone che pesa come un macigno, gli ospiti sanno che una vittoria sarebbe il biglietto da visita perfetto per ospitare poi Francia e Inghilterra a Dublino e coltivare sogni da primato in classifica. Il loro allenatore Declan Kidney alla vigilia era stato chiaro: chi entrerà in campo più determinato, avrà la meglio. Detto fatto, con gli irlandesi che vincono 30-22 e in 43 minuti incanalano la pratica nella direzione migliore, per poi affrontare il ritorno di cuore dei gallesi che accorciano, ma aggiungono una tacca alla voce "lost". 
Nel complesso, una sfida che regala emozioni, conferme e non risparmia colpi proibiti, specie nella ripresa, specie quando Justin Tipuric arriva a tacchettare il volto di Jonathan Sexton: pedate su pedate tra i partecipanti alle ruck, dove spesso gli avanti dell'Irlanda sono dove non dovrebbero essere, ma non è una novità, fa parte della loro tattica - rallentare il più possibile l'avversario che monta in attacco e l'arbitro francese Romain Poite non sta dietro, i suoi guardalinee nemmeno, ci penseranno i giudici riuniti di fronte ad un teleschermo a recapitare le sospensioni a casa. E dopo dieci minuti di parziale equilibrio in campo, la faccenda si sblocca quando all'11' gli irlandesi aprono le danze: sul lato destro, l'ovale passa al largo e per la mani di Brian O'Driscoll che punta verso l'area di meta, assorbendo direttamente due marcatori e mettendone di mezzo un terzo, Alex Cuthbert, che vede la palla passargli alle spalle e finire nelle mani del libero Simon Zebo. Il leit motiv del primo quarto - e non solo - è molto semplice: possesso irlandese, superiorità nell'impatto fisico e nel breakdown, velocità nella trasmissione, piede di Sexton per esplorare la profondità giusto quando occorre e se il Galles tenta una timida ripartenza in contropiede, l'assistenza di Jonathan Davies non è delle migliori e l'ovale finisce in rimessa laterale.  
Al 16' Craig Gilroy è abbattuto da Leigh Halfpenny ad un passo dal più bello, al 20' la seconda linea di casa Andrew Coombs regala a Sexton un piazzato sotto i pali, al 23' lo strappo: Dan Biggar con la maglia dei Red Dragons vive più angosce che soddisfazioni, il suo calcio viene stoppato da Rory Best - certo Mike Phillips non solo si muove con il freno a mano tirato, ma passa con il contagiri al minimo -, il tallonatore corre nella trequarti sguarnita e serve al largo scavalcando l'uomo il suo capitano Jamie Heaslip, quindi Zebo si aggiusta di tacco il pallone e si butta in avanti seguito dai corazzati del pack e Cian Healy chiude con il touchdown: 17-0, il gap sale tre minuti dopo con un altro piazzato di Sexton. 
Prima del rientro negli spogliatoi, si intravede una specie di reazione dei padroni di casa con il capitano Sam Warburton e George North, fasi prolungate che giungono ai 5 metri opposti per la prima volta, ma a presidiarli c'è il fetcher Best che allunga le mani e costringe al tenuto a terra. Intanto Halfpenny al 34' cancella lo zero dal tabellino gallese e Sexton a tempo scaduto fissa il +20 che chiude la prima frazione sul 23-3 per l'Irlanda. 
Con la ripresa, l'eco degli Irishmen scesi nelle Valley è ancora forte e la firma è di BOD, che segue un break della terza linea Peter O'Mahony, una serpentina di Rob Kearney, una ruck nei pressi della linea di meta e O'Driscoll che si presta ad avanti aggiunto. E' il massimo vantaggio della truppa ospite sul campo di Cardiff. E l'inerzia passa nelle mani dei gallesi - si è aggiunto Tipuric al posto di Aaron Shingler e il work rate del flanker arrivato dalla panchina in pochi minuti è ben più alto di quello del titolare. Al 48' il Galles ha una rimessa sui 5 metri, Toby Faletau prova a infilare il lato chiuso, la palla esce veloce dal raggruppamento e transita al largo dove Cuthbert si inserisce nella linea e sfrutta un varco per il 10-30. E' lo stesso Numero 8 a tentare di mantenere alto il momentum dei suoi, mentre Kearney si fionda con un'aquila su Halfpenny e il Galles spreca una buona opportunità avvicinandosi ai pali. 
L'Irlanda difende a modo suo e Poite avverte Heaslip & Co. di non esagerare, finché al 57' arriva il giallo a Best ed una manna per i dragoni che puniscono subito con Jamie Roberts che serve Halfpenny lanciato: l'estremo resiste al ritorno di Zebo e Heaslip alla bandierina e marca la seconda meta gallese. 3-2 per l'Irlanda il conteggio marcature pesanti, 30-15 il risultato sul tabellone. Non si contano più i pestoni nei paraggi delle ruck: da quelli più innocui a quelli esagerati e prende le spese di viaggio pure Sexton, colpito al volto da Tipuric (nelle immagini la terza linea sembrerebbe non fare apposta, sembrerebbe). Ken Owens, entrato al tallonaggio per Matthew Rees, sbaglia due lanci consecutivi dalla rimessa, Sean O'Brien contesta il contestabile e si presta a lanciare in touche, è total match al Millennium Stadium. E Best non fa in tempo a rientrare per rimettersi a caccia di palloni che l'Irlanda si ritrova ancora in inferiorità numerica per il fallo professionale del mediano Conor Murray al 69' (lo sostituirà O'Driscoll, manco a dirlo), nell'azione che sottolinea perché Sexton non è O'Gara e sarà qualcosa di più: infila le mani tra la palla e la base del palo al quale Faletau ha puntato per marcare. I minuti scorrono, al Galles mancano i due punti della trasformazione precedente di Halfpenny e il computo è lì, semplice semplice, quando al 76' passa per la terza volta, con una maul che avanza nei 22, la percussione di Lloyd Williams che ha preso il posto di Phillips e il pick & go ravvicinato di Craig Mitchell. E' il 30-22 finale, ai campioni in carica non basterebbe la quarta meta che disperati provano a costruire dai loro 22, trovando tutte le porte chiuse. 
BOD è il Man of the match (meta, assist e sostanza, il giallo forse costa il titolo a Best). L'Irlanda dal fischio d'inizio mostra le carte che ha sul tavolo, provando a testare Halfpenny con un paio di pedate alte sulle quali si fiondano Zebo e Kearney: il gallese regge bene, il dirimpettaio sa che c'è un solo fullback nel XV dei British & Irish Lions - Warren Gatland è allo stadio, nelle vesti di manager della selezione, il suo posto nel box dello staff tecnico è occupato da Rob Howley. A Dublino era preoccupati dal wounded Wales e gli ospiti svolgono al meglio il compito, azzannandolo e rendendo ancor più profonda la ferita e non indietreggiando sulla furiosa reazione (di fatto, 20 minuti con un uomo in meno, l'intero ultimo quarto di gara). Macina in mischia ordinata, sforna i choke tackle che vogliono dire turnover (15 quelli concessi dal Galles) e dà il colpo di grazia con spietato cinismo, all'inizio del secondo tempo. Da annotare pure il giovane Craig Gilroy. Per il Galles ora sono otto sconfitte di fila e la prossima settimana sarà a Parigi, ma prima arriveranno le note per cattivo comportamento (tra gli indiziati Adam Jones e Phillips, ma forse un mediano di mischia con tale approccio è meglio perderlo che trovarlo). Gli irlandesi attendono gli inglesi. Roba da sfregarsi le mani. 

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