Teatro lirico, fuoco incrociato sul sindaco
Critiche anche dal Pd
Ormai è un accerchiamento. Le polemiche arrivano da destra, da sinistra, dai sindacati, dai consiglieri d’amministrazione. E ancora, almeno ufficialmente, non si conosce il contenuto della lettera che Massimo Zedda ha inviato al ministero la scorsa settimana, in cui avrebbe chiesto il commissariamento del teatro Lirico. Anche il tentativo di Gualtiero Cualbu, componente del Cda, non è andato a buon fine. La sua richiesta di accesso agli atti non è stata soddisfatta.
Oggi intanto i lavoratori del teatro saranno in Consiglio comunale, per chiedere un incontro col sindaco e ascoltare le interrogazioni di Claudio Cugusi (Misto), Giuseppe Farris (Pdl) e Davide Carta (Pd), con cui si chiede a Zedda quando verrà convocato il Cda per la nomina del nuovo soprintendente e spiegazioni sulla lettera, avvolta dal mistero. Mistero che il sindaco non ha ancora voluto chiarire. Ieri il primo cittadino era a Roma per una riunione dell’Anci. Ma non è escluso che abbia approfittato della trasferta per un confronto diretto al ministero dei Beni culturali.
Nel frattempo, si registra l’ennesimo comunicato di fuoco dei sindacati. Uilcom-Uil, Fials-Cisal e Libersind-Confsal dicono no al commissariamento e attaccano: «L’équipe voluta da Zedda per gestire il Teatro non ha ancora reso pubblico uno straccio di programmazione per il 2014, mettendo così a rischio il finanziamento statale per il prossimo anno». Poi il riferimento all’ipotesi che la fondazione venga guidata da un commissario straordinario: «Se le finanze del Lirico sono in ordine, se la Regione ha assicurato il finanziamento, se per il terzo anno consecutivo il bilancio chiuderà in pareggio, perché chiedere il commissariamento?». La situazione di stallo legata alla soprintendenza rischia di travolgere tutte le attività del teatro. Oggi sono in programma le audizioni per i nuovi elementi di coro e orchestra. Ma i provini potrebbero saltare perché i componenti della commissione nominata dalla Crivellenti avrebbero declinato l’invito. (m.r.)