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Fuori.

Da Fededragogna
Le ringhiere, all’improvviso, sono troppo basse.
Sui balconi di tutte le case, vedo come sarebbe facile mettere una gamba oltre e aspettare che il baricentro si sposti avanti – la sensazione di non averlo deciso. Cadere. Scavalcare e cercare di afferrare la grondaia sapendo di non poterci riuscire, cadere con un sorriso malinconico e sentire la fine come un viaggio di ritorno da una vacanza in cui credi di aver capito qualcosa.
E guardare in su come se ci fosse qualcuno affacciato, e dirgli con gli occhi che non ti stai ammazzando, hai semplicemente spostato il tuo baricentro oltre la ringhiera, e ora cadi.
Te lo aspettavi, non incolpi nessuno, nessun grido, nessun bilancio.
Ciò che è non sarà più tra pochissimo. Una sensazione spesso bellissima, specie se si crede l’ultima.
Lo penso anche stasera davanti alla grondaia a cui non potrei mai aggrapparmi. Oltre la ringhiera, le case che si incastrano senza logica sono frustate da una pioggia che pensi qualcosa si sta vendicando.
E’ pioggia che fa rumore e che copre le parole che tanto non ho.
Se fossi là fuori, se nessuno mi facesse entrare, morirei. Prima o poi, ucciso dalla sete o dall’acqua. Perché la natura non ha bisogno di me e io non ho più bisogno di lei.
Se vivo, lo faccio solo perché lo voglio. Sul balcone, mentre lei urla pioggia, resto vivo contro di lei.
Ogni altra argomentazione stonerebbe, suonerebbe presuntuosa, cinica o ottusa: continua a vivere perché c’è dell’altro (di meglio?), continua a vivere perché finora non è stato male (finora), continua a vivere perché il tuo dovere è sostanzialmente questo (ma a chi devo?). Se restassi vivo perché me l’hanno chiesto gli altri o per promesse da pubblicità di un futuro migliore (o, peggio, di un futuro in cui il passato sembrerà migliore), sarebbe quello sì un continuo bilancio – capire se conviene.
Fuori piove che non si può uscire, che non si può stare fuori.
Io ho trovato riparo in una celletta in affitto in un alveare di cemento - quattro piani di scale per sentirmi in salvo.
La pioggia mi vede piccolo e irraggiungibile, mentre guardo la ringhiera e mi accorgo lucidamente che io ho voluto ciò che è stato finora - e che ne voglio ancora.

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