Intervista a Giulia Tomai
Giulia Tomai, nata a Roma nel 1990, si è diplomata in illustrazione all’Istituto Europeo di Design, fa parte dello Studio Pilar e lavora come illustratrice presso l’Armando Curcio Editore. http://giuliatomai.blogspot.it/
Da dove vieni, dove sei e dove vai?
Sono Giulia, sono nata a Roma e vivo Roma. Rimarrò qui finché ci sarà lavoro, poi chissà.
Come hai iniziato a disegnare e come ti sei avvicinata al mondo dell’illustrazione?
Ho iniziato a disegnare da piccolissima. Mi chiudevo nella mia camera, prendevo un quadernone a quadretti e disegnavo fumetti, tralasciando i dialoghi, perché mi annoiavano. Dopo il liceo ho frequentato il corso di Illustrazione e Animazione all’Istituto Europeo di Design di Roma. Appena diplomata ho iniziato a lavorare in uno studio creativo (Studio Pilar) insieme ad altri colleghi illustratori. Ci occupiamo di autoproduzioni e fanzine illustrate. Qualche mese dopo sono entrata all’Armando Curcio Editore dove mi occupo prevalentemente di illustrazione per l’infanzia.
Qual è il tuo metodo di lavoro e come affronti un nuovo progetto?
Il primo step è la ricerca: devo conoscere approfonditamente il tema, l’argomento o la storia che vado a illustrare. Dopodiché schizzo su un foglietto una bozza dell’immagine che ho pensato, così da regolarmi sulla composizione. Infine passo a realizzare l’originale (solitamente lavoro su formati abbastanza grandi, tipo A3). Nei miei lavori il supporto del digitale è minimo, di solito utilizzo Photoshop per sistemare un po’ i colori, oppure per bilanciare i contrasti.
Ci sono artisti che hanno influenzato il tuo percorso di crescita?
Certo, moltissimi: illustratori, fotografi, registi, pittori. Credo sia indispensabile, per chiunque lavori nel campo della comunicazione visiva, avere un ampio bagaglio di riferimenti visivi, così da formare un proprio gusto personale, un proprio senso estetico. Oltretutto, confrontarsi con il lavoro degli altri aiuta a mettersi in discussione, a percepire i propri limiti, oltre che a comprendere meglio le richieste del mercato. Alcuni tra gli artisti (in generale) che hanno maggiormente influenzato il mio percorso sono: Frida Kahlo, Kiarostami, Mattotti.
C’è una casa editrice, italiana o straniera, di cui apprezzi particolarmente il lavoro?
Rimanendo in ambito italiano, apprezzo moltissimo il lavoro della casa editrice Orecchio Acerbo.
Il mercato dell’illustrazione parla italiano? Quali sono oggi le opportunità per un giovane illustratore?
Credo che oggi il mercato parli una lingua universale. L’illustrazione non è un campo circoscritto alla città o al paese di appartenenza – come forse era una volta – perché il web è lo strumento che permette di lavorare con i committenti di tutto il mondo. Il problema è che questo periodo storico non è tra i migliori, quindi per un illustratore, esattamente come per un architetto, un fotografo o uno scrittore, entrare oggi nel mondo del lavoro è complicato. Per questo bisogna impegnarsi al massimo, essere “imprenditori di sé stessi” e tenere sempre occhi e orecchie bene aperte, per fiutare qualsiasi buona opportunità.
Puoi consigliarci un libro?
Illustrato: Cinquemila chilometri al secondo di Manuele Fior; non illustrato: 1Q84 di Murakami Haruki.