Marta Baroni è nata nel 1989 a Roma dove vive e lavora come illustratrice free lance. Si è diplomata presso la Scuola Internazionale di Comics e nel 2011 ha fondato l’etichetta Tentacoli.
www.martabaroni.it
Vengo da Roma, sono a Roma e spero di viaggiare sempre molto per poi tornare a casa mia e ricordarmi di quanto la amo.
Come hai iniziato a disegnare e come ti sei avvicinata al mondo dell’illustrazione?
Ricordo di disegnare da sempre, da quando ero bambina. Mi sono avvicinata al mondo dell’illustrazione semplicemente continuando a disegnare negli anni e quando avevo l’età giusta per chiedermi cosa significasse realmente fare questo mestiere ho iniziato a guardarmi intorno, a cercare le scuole adatte per iniziare un percorso, per dare un senso pratico a ciò che volevo fare. Il resto è venuto da sé.
Qual è il tuo metodo di lavoro e come affronti un nuovo progetto?
Inizialmente butto giù mille schizzi e appunti incomprensibili, cerco di focalizzare visivamente quello che ho in testa. È la fase più divertente e personale, solo mia. Spesso partorisco tante idee diverse che lascio da parte e ritrovo molto più avanti nel tempo quando riapro lo sketchbook. Poi dipende dal lavoro, a volte c’è una parte molto importante di ricerca iconografica, in altre mi focalizzo più sull’atmosfera e la sensazione che vorrei trasmettere. Finita questa fase passo alle matite definitive e alla china, poi al digitale per il colore, photoshop o illustrator.
Per quanto riguarda il fumetto la triade che ha segnato la mia crescita è composta da Davide Toffolo, Vanna Vinci, Jamie Hewlett. Li amo ancora molto e sicuramente il loro lavoro ha lasciato impronte importanti e riconoscibili all’inizio del mio percorso, credo sia normale e sia così per tutti. Con il tempo poi si cresce, ho continuato a esplorare e scoprirmi sempre di più fino a trovare il mio tratto e il modo in cui volevo raccontare le cose.
C’è una casa editrice, italiana o straniera, di cui apprezzi particolarmente il lavoro?
Ce ne sono diverse, tra le italiane apprezzo molto il lavoro della Tunué, per le tematiche che propone, gli autori e l’estetica dei prodotti. Ha costruito una bella linea editoriale, fresca e riconoscibile. Tra le straniere mi piacciono l’inglese Nobrow e la francese Cambrousse Editions. Sono due case editrici indipendenti che seguono una linea simile, sia dal punto di vista grafico sia progettuale, realizzando spesso artigianalmente prodotti di livello altissimo.
Il periodo sicuramente non è dei migliori e non solo per il mondo dell’editoria. Non credo che all’estero ci sia il paradiso, ma sicuramente c’è una maggiore consapevolezza e voglia di fare le cose bene. In Italia purtroppo c’è ancora molta ignoranza sul valore delle arti visive e della comunicazione in genere. Si ha a che fare con clienti che non sanno di che cosa parlano e lavorano male, si deve aspettare un pagamento per mesi o addirittura si viene contattati per un “lavoro a titolo gratuito” o per una mostra a pagamento. È vergognoso. Se vogliamo parlare di possibilità di mostrare il proprio lavoro e farsi conoscere è un altro discorso, c’è internet che se usato con intelligenza è un potentissimo mezzo e c’è l’autoproduzione, se poi trovi il modo di unirli perfettamente puoi vincere. Io per esempio ho fondato la mia etichetta Tentacoli che mi ha permesso di mostrare il mio lavoro, conoscere persone del settore e collaborare con altri autori. In generale però è difficile e ci vuole veramente molto tempo per arrivare al punto di poter vivere realmente e dignitosamente con questo mestiere. Da giovane illustratrice quale sono posso dire che bisogna riuscire a capire dove valga veramente la pena canalizzare l’energia, essere versatili, propositivi e non svendersi.
Puoi consigliarci un libro?
Vi consiglio l’ultimo che ho letto, Un amore di cadavere di Pénélope Bagie, edito dalla Rizzoli Lizard, adorabile.
Pacman
Nostradamus
Magical Cat Adventure
Snake