FUORI CAMPO - Rubrica dedicata all’illustrazione e al fumetto
Silvia Rocchi è nata nel 1986, si è specializzata all’Accademia di belle arti di Firenze e Bologna. Per la collana ISOLA ha illustrato L’idea della catastrofe di Carlo Bordini. Qui il suo sito.
Da dove vieni, dove sei e dove vai?
Vengo dalla provincia di Pisa, dove sono tornata. Spero di andare vicino o lontano, l’importante è andare.
Come hai iniziato a disegnare e come ti sei avvicinata al mondo dell’illustrazione?
Disegno da quando ero molto piccola, come tutti quelli che fanno questo lavoro, ma è da circa sette anni che disegno con attenzione e serietà.
Qual è il tuo metodo di lavoro e come affronti un nuovo progetto?
Quando qualcuno mi propone una collaborazione aspetto sempre qualche giorno prima di avviare il lavoro, per dare modo all’idea di prendere forma e rimanere un po’ sospesa. Poi inizio a lavorare di getto. Cerco sempre di seguire questa linea, altrimenti perdo la freschezza del segno e l’immagine diventa legnosa o di maniera.
Ci sono artisti che hanno influenzato il tuo percorso di crescita?
Sì, in un certo periodo mi riferivo molto a pittori italiani come Casorati, Guttuso e Sironi. Poi sono arrivati Ben Shahn, Eric Fischl, Marlene Dumas, Luc Tuymans e Gerhard Richter. Per quanto riguarda l’illustrazione in particolare, resto sempre abbagliata dai lavori di Anke Feuchtenberger e Dominique Goblet.
C’è una casa editrice, italiana o straniera, di cui apprezzi particolarmente il lavoro?
In Italia mi interessano molto i lavori di Canicola e Orecchio Acerbo. All’estero penso a Rackham, Frémok, La cinquième couche, Lo Zorro Rojo, Atrabile.
Il mercato dell’illustrazione parla italiano? Quali sono oggi le opportunità per un giovane illustratore?
A questa domanda non so rispondere con precisione. Si tende a dire di no e penso sia vero, è altrettanto vero però che ci sono molti autori talentuosi. Le opportunità sono scarse e non sempre è facile coglierle. Io, ad esempio, quando mi concentro sulla promozione del mio lavoro, sulla ricerca effettiva di una “committenza”, perdo inevitabilmente tempo, energie e il significato di quello che faccio. Insomma, penso che fare di questo lavoro la propria fonte di sostentamento sia difficile un po’ ovunque.
Un tuo commento sulla nuova collana ISOLA
L’idea che sta alla base della collana ISOLA, per quanto riguarda la componente “disegnata”, è quella di lasciare liberi gli illustratori di seguire le suggestioni suscitate dai versi. È proprio questa libertà espressiva a risaltare di più osservando i libri della collana. Io ho illustrato le poesie di Carlo Bordini e ne sono stata felice perché quando ho ricevuto la proposta stavo realizzando illustrazioni molto più inquadrate, regolari. Per fare un esempio, Bordini in una delle sue poesie parla delle micro-fratture che lo stressano quotidianamente, così ho provato a ricomporre il concetto tramite piccoli pezzi di nastro adesivo inchiostrati e poi stampati. In alcuni casi ho creato immagini figurative, in altri meno.
Che cosa c’è da leggere sul tuo comodino?
Grande Sertão di João Guimarães Rosa Grande e un dizionario illustrato di italiano-serbo croato.