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FUORI CAMPO: intervista ad Eleonora Antonioni

Creato il 18 febbraio 2013 da Viadeiserpenti @viadeiserpenti

Eleonora Antonioni è nata a Roma nel 1983, dove vive e lavora come fumettista, illustratrice e storyboardista. Si è diplomata alla Scuola Internazionale di Comics. http://eleonora-antonioni.blogspot.it/

FUORI CAMPO: intervista ad Eleonora Antonioni
Da dove vieni, dove sei e dove vai?
Vengo da Roma, sono a Roma ma vorrei girare tutto il mondo, e magari poi tornare a Roma, città che amo e odio tanto allo stesso tempo.

Come hai iniziato a disegnare e come ti sei avvicinata al mondo del fumetto?
Non ricordo il momento esatto in cui ho deciso, ho sempre amato il fumetto, da bambina ero abbonata a Topolino. L’unico altro mestiere che ricordo di aver voluto fare è il regista cinematografico.

Qual è il tuo metodo di lavoro e come affronti un nuovo progetto?
Quando ho un nuovo lavoro comincio con il buttare giù le idee, sia nell’illustrazione sia nel fumetto ho bisogno di vedere da subito qualcosa di disegnato. Poi passo alla scrittura nel caso del fumetto e quindi alla ricerca iconografica, sia per il fumetto sia per l’illustrazione. È alla ricerca delle immagini, anche se spesso non me ne accorgo, che dedico più attenzione e tempo. Ricerco oggetti, ambienti, vestiti, li ridisegno più volte, finché non decido come rielaborarli nel lavoro che sto per fare. Una volta che ho le idee chiare passo al disegno definitivo, prima a matita e poi a china. Alla fine c’è il passaggio in digitale. Nel bianco e nero si tratta di pulizia della tavola, altrimenti mi dedico al colore (generalmente in maniera piuttosto minimalista).

FUORI CAMPO: intervista ad Eleonora Antonioni
Ci sono artisti che hanno influenzato il tuo percorso di crescita?
Ci sono autori che amo e ho amato molto: Ai Yazawa nella prima adolescenza, poi Riyoko Ikeda, Vanna Vinci, Andrea Accardi, Daniel Clowes e Gianni De Luca, per me il più grande. Sicuramente amo e ho amato tantissimo Grazia Nidasio (specialmente con Valentina Mela Verde) mentre, in tempi più recenti, ho apprezzato il lavoro e lo stile di Arne Belstorff, Line Hoven e Nine Antico. Non so se tutti mi abbiano effettivamente influenzata, in fin dei conti sono molto diversi tra loro. Devo dire che l’affetto per ognuno di questi autori è collegato a un periodo diverso della mia vita e magari si sono mescolati tutti fino a non essere più distinguibili.

C’è una casa editrice, italiana o straniera, di cui apprezzi particolarmente il lavoro?
Seguo molte case editrici italiane e straniere, ovviamente la mia predilezione va a chi si occupa principalmente di fumetto e a un certo tipo di illustrazione. Ammiro molto il lavoro della NoBrow, piccola casa editrice indipendente e galleria londinese, soprattutto per le scelte, spesso artigianali, nella realizzazione dei propri volumi. Apprezzo anche la loro versatilità nell’alternare fumetto e illustrazioni anche con stili molto diversi tra loro. Uscendo dal contesto dell’illustrazione/fumetto, ammiro molto chi riesce a vendere i propri prodotti curandone il formato e la grafica, oltre che il contenuto. Sembra un discorso banale, ma non lo è: quando devo scegliere tra due libri, entrambi interessanti, sceglierò sempre quello più curato esteticamente e più accattivante. Regina di questa filosofia è secondo me la casa editrice Isbn: fa libri talmente belli che spesso è riuscita ad attirare la mia attenzione anche su titoli che forse non avrei notato e ai quali mai avrei immaginato di interessarmi.

FUORI CAMPO: intervista ad Eleonora Antonioni
Il mercato del fumetto parla italiano? Quali sono oggi le opportunità per un giovane fumettista?
È un discorso complesso che non si può affrontare in poche righe. Dipende se per “opportunità” si intende farsi conoscere oppure lavoro vero e proprio. Il lavoro di un giovane fumettista non consiste unicamente di fumetti, scrivere e disegnare una graphic novel richiede tempo e non sempre lo si fa con una casa editrice già interessata. Un fumettista spesso si dimena tra più lavori: illustratore freelance, disegnatore di storyboard e per chi ha un’adeguata preparazione anche grafico. Direi che in questo momento ci sono opportunità per mostrare il proprio lavoro e farsi conoscere, artisticamente c’è senz’altro un grande fermento. Se dobbiamo parlare invece di una reale possibilità di guadagnare e vivere con le offerte del mercato italiano, la situazione è più complicata. Non è impossibile, ma è veramente difficile. Vorrei anche precisare: il mio discorso è legato soprattutto a chi, come me, si dedica a un tipo di fumetto “indipendente”. Nell’ambito del fumetto “commerciale” (come le serie a cadenza mensile che si trovano anche in edicola) esistono dinamiche sicuramente diverse.

Puoi consigliarci un libro?
Sto seguendo molto in questo periodo le biografie in graphic novel perché io stessa vorrei scriverne una su un personaggio che studio da molto tempo. Tra i più riusciti nei tempi recenti c’è Superzelda, la vita disegnata di Zelda Fitzgerald di Tiziana Lo Porto e Daniele Marotta per minimum fax. Altrimenti dedicatevi al Dizionario del successo dell’insuccesso e dei luoghi comuni Irene Brin di Sellerio, non potrà che farvi bene.


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