Fuori catalogo

Creato il 05 marzo 2014 da Martinaframmartino

“Mi spiace, ma il libro che cerca è fuori catalogo”.

Non so quante volte, negli ultimi anni, mi è capitato di dire questa frase. Di solito segue la spiegazione, cosa normale perché non si può predentere che ne conoscano il significato tutti quelli che non lavorano nell’editoria. Significa che l’editore ha deciso di non stampare più quel libro, e visto che ormai è un articolo fuori produzione noi non lo abbiamo (altrimenti lo avrei dato, bisogna sempre cercare di non perdere le vendite) e non lo possiamo nemmeno procurare. Trovare un libro fuori catalogo è difficilissimo, specie se lo si cerca nelle librerie tradizionali. Le probabilità aumentano, anche se non di molto, nelle librerie che vendono libri usati, ma i posti più probabili per trovare un libro di questo tipo sono le fiere del libro usato o internet. Altrimenti lo si può leggere prendendolo in prestito in biblioteca.

Parola più, parola meno, queste sono le informazioni che fornisco ai miei interlocutori. Spesso però chi parla con me non gradisce questa risposta, e insiste come se sia solo questione di convincermi, o di logorarmi abbastanza i nervi, perché io riesca a far apparire magicamente dal nulla il libro che vogliono.

No, non lo abbiamo. No, non lo possiamo procurare. No, anche se lei lo vuole acquistare io non ho alcun modo per venderglielo perché non ho il libro e non ho modo di farlo arrivare. A volte ci tocca ribadire il concetto anche una decina di volte, facendoci sorgere il dubbio di parlare una lingua diversa da quella dei nostri interlocutori. Sono passata al plurale perché in questo accomuno anche i miei colleghi, a tutti capita di dover dare questa terribile notizia. A volte mi è pure capitato di dire che quel particolare libro non ero riuscita a procurarlo neppure per me, per far capire quanto lo avessi cercato, ma non sempre questo è sufficiente. In un’occasione mi sono sentita rispondere che non gli interessava se lo avevo procurato per me, il tizio voleva semplicemente che ne procurassi una copia per lui. Sono stata brava, non gli ho dato un morso anche se avrei voluto farlo.

I libri vanno fuori catalogo, e non importa se lo trovate assurdo. Anche questa è una cosa che mi hanno detto, che era assurdo che quel libro non fosse più in commercio come se fossi stata io a decidere di farlo sparire adalal circolazione.

Ma perché vanno fuori catalogo?

I motivi possono essere diversi. Quello più innocuo è che di quel libro è stata realizzata una nuova edizione. Io ho tutte Le cronache del ghiaccio e del fuoco di George R.R. Martin in versione rilegata, ma al momento in commercio in questa versione ci sono solo gli ultimi tre volumi. I precedenti nove sono fuori catalogo. I libri sono comunque acquistabili, ma in una versione che cambia in genere per grafica di copertina, rilegatura, prezzo o per qualche altro dettaglio minore. Il testo del libro è lo stesso, perciò si tratta sempre dello stesso libro in una diversa edizione.

Abbastanza innocuo è anche il passaggio da un editore all’altro. Quando Fanucci ha acquistato i diritti in esclusiva per le pubblicazioni delle opere di Philip K. Dick in Italia, le altre edizioni – Nord, Fanucci, Mondadori, Sellerio, Einaudi e forse qualcun altro – sono gradualmente scomparse perché, visto che Fanucci si è accordato per l’esclusiva con chi detiene i diritti, gli altri editori non hanno più visti confermati i loro diritti.

Non che i diritti vengano tolti per capriccio, in genere la cosa si fa con un accordo che può avere anche importanti aspetti economici. I libri di Dick non sono spariti, l’edizione Mondadori del 1999 di Scorrete lacrime, disse il poliziotto – tanto per fare un titolo – è stata sostituita da quella Fanucci del 2007, la quale è stata a sua volta sostituita da quella Fanucci del 2012. Lo so, la cosa può ugualmente essere una seccatura. Un lettore che ha iniziato a comprare i libri di una serie in una collana può ritrovarsi costretto a proseguire in un’altra, che magari ha grafica e dimensioni diversissime, perché la collana che lui voleva non esiste più.

Perché gli editori publicano i libri in collane diverse? Il primo passaggio, quello che avviene per la maggior parte dei libri dei grandi editori, è dall’edizione rilegata a quella tascabile. Quella rilegata è più bella (ma anche più ingombrante, se siete lettori da mezzi pubblici, da letto o se semplicemente la vostra libreria sta scoppiando la differenza può essere significativa) ma anche più costosa. In un primo momento il libro viene pubblicato così per guadagnare di più, perché tanto vende lo stesso anche a un prezzo alto. Guardate le classifiche di vendita che pubblico ogni lunedì: i tascabili sono pochi perché possono anche avere vendite costanti, ma raramente raggiungono i picchi dei rilegati subito dopo la loro pubblicazione. Dopo un anno circa, quando ormai la maggior parte dei rilegati vendono ben poco, c’è il passaggio al tascabile. Attenzione, questa è una consuetudine, non una regola fissa, Longanesi è riuscito a pubblicare l’edizione economica del Mondo di Sofia di Jostein Gaarder nel 2013, ben 19 anni dopo aver pubblicato l’edizione rilegata. E poi c’è il desiderio di tenere il titolo sempre in bella vista sotto gli occhi del lettore. Tendenzialmente delle versioni tascabili dei libri ordiniamo abbastanza copie da fare una piletta sul tavolo, in modo da far vedere ai lettori che quel libro è stato pubblicato. Se vende bene continuiamo a rifornirlo regolarmente in modo da averlo sempre sul tavolo. Se le vendite stentano, o sono buone all’inizio e dopo un po’ rallentano, a un certo punto lo togliamo dal tavolo e lo mettiamo di costa a scaffale, fatto che è la morte del libro. Non che gli vogliamo male (a volte sì, ma non è il caso di approfondire qui la cosa), semplicemente sul tavolo non c’è posto per tutti anche perché arrivano continuamente libri nuovi (ogni anno vengono pubblicati circa 60.000 libri) e qualcuno si deve fare da parte e lasciar espazio agli altri. Non vogliamo uccidere il libro ma sappiamo che, inevitabilmente, le sue vendite caleranno ancora perché le persone che si mettono davvero a guardare lo scaffale per cercare qualcosa da leggere sono la minoranza. A volte allora l’editore fa una nuova versione in modo da riproporre il libro come novità e da vederlo mettere di nuovo sul tavolo.

Per ribadire il punto ho fatto un piccolo controllo, con La svastica sul sole del solito Dick. Lasciamo perdere l’edizione Nord e concentriamoci su Fanucci. Ha pubblicato il libro nel 1977, 1997, 2004, 2005, 2007, 2010, 2011 (due volte in due collane diverse), 2014. Sono nove versioni diverse, a cui possiamo aggiungere l’edizione del 2001 con il titolo L’uomo nell’alto castello. Davvero servivano tutte queste edizioni del romanzo? Ai lettori no, gli bastava trovarlo in libreria, per l’editore è un tentativo di venderlo di più, e infatti in questo momento ho sul tavolo la versione del 2014. Le vecchie edizioni sono tutte fuori catalogo.

Un libro può andare fuori catalogo perché l’editore aveva comprato i diritti solo per un certo numero di anni, e quando il contratto scade una delle due parti non è interessata a rinnovarlo. Un’altra possibilità è che l’autore chieda di rientrare in ainticipo in possesso dei diritti, anche se suppongo che questo avvenga molto raramente. So che lo ha fatto Filippo Tuena con Ultimo parallelo, pubblicato nel 2007 da Rizzoli. Il libro è stupendo ma ha venduto davvero poco, e gradualmente è sparito dalla circolazione. In un primo momento lo abbiamo tolto dal tavolo e lo abbiamo messo a scaffale – una o due copie, le altre in magazzino. Mica mettiamo a scaffale tutte le copie che togliamo dal tavolo, altrimenti dov’è il risparmio di spazio? Quanto però passa troppo tempo senza che il libro venda anche se piange il cuore lo si rende. Anche se lo si ama intensamente e lo si ritiene un libro irrinunciabile, la prima considerazione è di tipo commerciale. Ha senso tenere il libro in negozio? Se non vende da più di sei mesi no. Se non vende almeno quattro copie l’anno (con pagamento all’editore ogni tre mesi) no. Il discorso sulle rotazioni e sulle quattro copie in un anno lo potete trovare spiegato nel libro di Romano Montroni Vendere l’anima. Il mestiere del libraio, io ora non ho il tempo per farlo. Noi avevamo reso il libro di Tuena, e se l’ho fatto io che amo come scrive suppongo che lo avessero fatto praticamente tutte le altre librerie d’Italia. Un libro così è morto, venderà una manciata di copie l’anno in tutta Italia quando qualcuno va a ordinarlo appositamente. Piuttosto che tenere il libro a questo modo Tuena si è accordato con l’editore per rientrare in possesso dei diritti, lo ha rielaborato – no, non ho comprato anche la seconda versione, anche se ogni tanto mi dico che dovrei farlo – e lo ha ripubblicato nel 2013 con Il Saggiatore. In qusto caso il nuovo libro non è identico al vecchio, ma il vecchio non è più procurabile perché è fuori catalogo.

Diritti scaduti e mai rinnovati è uno dei motivi più frequenti per cui in libro sparisce, e potremmo parlare di morte naturale. A volte però gli editori decidono di uccidere dei libri, senza avere alcuna intenzione di pubblicare nuove edizioni. Perché? Perché secondo la legge italiana i libri che un editore ha in magazzino sono una fonte di guadagno futuro, e quindi su quell’ipotetico guadagno l’editore paga le tasse. E le paga anche quando quei libri erano già stati spediti alle librerie e poi le librerie glie li hanno resi perché non vendevano, quindi le probabilità che da quei libri – per i quali ha certamente speso soldi per la stampa – l’editore ricavi un guadagno sono pressoché inesistenti mentre è praticamente certa una perdita. Non per la legge, che aggiunge un ulteriore danno al fatto di essere danneggiati dall’aver prodotto un articolo che nessuno vuole. Il sistema semplice e legale per smettere di pagare le tasse su quei libri è non averli più: li si manda fuori catalogo, i libri vanno al macero, quest’operazione ha un costo che viene inserito a bilancio e quindi abbassa le tasse da pagare sul totale dell’attività dell’editore… e toglie le tasse da quei singoli volumi.

Carino, vero? La prossima volta che vi capita di pensare che un libro è caro, provate a chidervi se non sia anche il nostro sistema – leggi comprese – a renderlo più caro di quanto non sarebbe necessario.

Perché ho fatto tutto questo discorso? Perché mi è finita nelle mani da qualche giorno una simpatica lista di fuori catalogo. Sono tutti libri che spariranno – almeno nella versione cartacea, non so se cambierà qualcosa nella versione ebook – dalla circolazione il mese prossimo, perciò se siete interessati e vi capita di vederli in una libreria comprateli subito perché a breve non sarà più possibile farlo e già molto di loro non è più possibile ordinarli. Io non ho ancora pulito il negozio in cui lavoro, ma prossimamente girerò fra gli scaffali con la lista in mano e toglierò tutti i libri che vi compaiono per renderli all’editore, anche se eliminare alcuni libri mi farà soffrire parecchio. Avere in mano liste di questo tipo tutto sommato è abbastanza frequente, ma visti i titoli che ci sono qui stavolta il lavoro che farò non sarà affatto un lavoro di routine. Non la pubblico tutta, indico solo i titoli di genere fantastico pubblicati da Fanucci, cioè quelli di cui parlo abitualmente in quest blog. Di alcuni di questi volumi esiste (o esisterà a breve) un’altra edizione, altri spariranno per sempre. In qualche caso si tratta di volumi che fanno parte di una saga, con il resto della saga che già era fuori catalogo o che continua a essere disponibile, e non capisco perché non mandare fuori catalogo tutti i libri nello stesso momento. Comunque la lista è questa:

Pierdomenico Baccalario: Typos 1;

James G. Ballard: Tutti i racconti (due volumi, devo verificare con precisione quali) e L’allegra compagnia del sogno;

Serge Brussolo: La farfalla degli abissi, La giungla rossa, La creatura del sottosuolo, La rivolta dei draghi, Il giorno del cane blu, La saga di Peggy Sue, Lo zoo stregato, La luce del sole;

Karen Chance: La maledizione delle tenebre, Toccata dalle tenebre, L’abbraccio delle tenebre, Rivendicata dalle tenebre;

Melissa de la Cruz: Sangue blu, I segreti del sangue blu;

Silvana De Mari: Il gatto dagli occhi d’oro, Io mi chiamo Yorsh, L’ultima profezia del mondo degli uomini (due edizioni), L’ultima profezia del mondo degli uomini. L’epilogo;

Philip K. Dick: Un oscuro scrutare (due edizioni), Il paradiso maoista, Lo stravagante mondo di Mr. Fergesson, Mr. Lars sognatore d’armi, In terra ostile, Redenzione immortale, L’uomo dai denti tutti uguali, Mary e il gigante, I guardiani del destino e altri racconti, Confessioni di un artista di merda, Lotteria dello spazio;

David Dufty: La strana storia dell’androide Philip K. Dick;

David Eddings: Il ciclo di Belgariad (due edizioni);

Andreas Eschbach: Lo specchio di dio (due edizioni);

Neil Gaiman: Nessun dove;

William Gibson: Zero history;

Simon S. Green: Night side, Ritorno a Night side, Omicidio a Night side;

Kim Harrison: I demoni della notte, Il fascino della notte, Il demone malvagio, Le creature della notte;

Robin Hobb: La nave in fuga, La nave del destino, La furia dell’assassino, La città dei draghi, Il rifugio del drago, Lo spirito della foresta, Il mago della foresta, I rinnegati della foresta;

Laura Iuorio: La leggenda degli Eldowin;

Guo Jingming: Il sigillo del cavaliere;

Guy Gavriel Kay: La rinascita di Shen Tai;

Greg Keyes: Il cavaliere sanguinario;

Doris Lessing: Mara e Dann, La storia del generale Dann, della figlia di Mara, di Griot e del cane delle nevi;

Richard Matheson: Ghost, The box, I migliori racconti, Io sono leggenda;

China Miéville: La città & la città, Perdido street station;

Michael Moorcock: Elric di Melniboné;

Naomi Novik: Il trono di giada;

Daniel Polanski: Il guardiano della città perduta;

Matt Ruff: False verità;

Brandon Sanderson: Mistborn. Il pozzo dell’ascensione, Mistborn. Il campione delle ere, La legge delle lande;

Guido Sgardoli: Typos 2;

Dan Simmons: Flashback;

Neil Stephenson: Gioco mortale;

Harry Turtledove: La battaglia di Teutoburgo;

Lena Valenti: Il libro di Jade.



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