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Fuori da ogni ambiguita’

Creato il 14 gennaio 2012 da Conflittiestrategie

E’ bene chiarire per sommi capi qualcosa che è venuto in evidenza in alcuni ultimi commenti. Dirò poche cose, e molto frettolosamente, poiché mi è al momento impossibile (sto lavorando ad un pesante pezzo teorico) affrontare certi discorsi “storici”. Li riaffronterò più avanti.

Le BR – fondate da persone per null’affatto delinquenziali, che avevano intenzioni chiare, pur se gravemente inficiate da un’analisi errata della situazione nazionale e internazionale – furono sballottate tra l’“eurocomunismo” e coloro che vi si opponevano per svariati (e talvolta opposti) motivi (a “ovest” come ad “est”). Ricordo in questo breve pezzo, per il momento, solo la menzogna, ancor oggi in voga, secondo cui Moro fu rapito e ucciso per intervento (infiltrazioni nelle BR o altro) dei Servizi americani perché voleva aprire al “comunisti” (i piciisti detti appunto “eurocomunisti”). Tutto questo proprio mentre gli ambienti democratici Usa aprivano al Pci e, nello stesso periodo del rapimento Moro, l’“ambasciatore” di tale partito andava negli Stati Uniti (sotto la copertura del viaggio nelle Università), viaggio non certo improvvisato, ma preparato da anni di contatti (e da viaggi precedenti di un altro personaggio).

Il problema era opposto. Moro – coadiuvato da Fanfani e anche da Craxi (che infatti voleva salvare lui e le “sue carte”), con Andreotti a mezza strada (e fu lui ad aver dato vita due anni prima al governo di “unità nazionale”, pur con il Pci all’esterno per via di vari obblighi, non solo quelli legati all’appartenenza dell’Italia alla Nato), e con Cossiga molto probabilmente schierato invece con gli Usa e i loro approcci verso l’“eurocomunismo” – era ben consapevole degli intrallazzi in corso, e temeva quel che, in realtà, accadde solo più tardi (1989-91) all’indomani del “crollo socialistico”: distruzione del vecchio “regime” DC-PSI e tentativo (sventato, ma non certo con intendimenti politicamente chiari e netti, da Berlusconi che agì in pratica solo per se stesso) di creare un altro “regime” fondato sui fu eurocomunisti, ormai completamente passati di campo.

Moro conosceva già allora le linee generali della faccenda; soprattutto per l’esperienza del colpo di Stato in Cile e del tradimento filoamericano di Frei (suo alleato nella seconda metà degli anni ’60) dopo la sconfitta subita ad opera di Allende. Moro, io credo, comprese la lezione che da questo evento trasse Berlinguer; egli rizzò bene le orecchie e immagino sia stato confortato nelle sue “impressioni” dalla raccolta di informazioni tramite una rete (non di soli servizi, ma di ambienti giornalistici e politici, ecc.), che egli non poteva non avere data la sua eminente posizione politica.

La sera precedente la sua uccisione, Fanfani aveva indetto una riunione ristretta e molto segreta, in cui, poi si seppe, venne decisa la liberazione di un paio di brigatisti per dare quell’offa che le BR ormai chiedevano e di cui si sarebbero accontentate, data l’eccessiva lunghezza della vicenda (55 giorni di rapimento) e con il loro nascondiglio in via Gradoli non certo ignoto (il cui nome era stato rivelato da La Pira nella “seduta spiritica” comicamente riferita da Prodi, che non disse più nulla quando si diede l’ordine di depistaggio facendo dragare il lago di Gradoli; azione diversiva compiuta forse per evitare precipitazioni improvvise della faccenda, o forse anche per altri motivi più oscuri e di lotta tra fazioni interne all’establishment politico). Bene, qualcuno soffiò alle BR che in quella riunione segreta si era invece deciso di irrompere nel loro nascondiglio la mattina dopo; per cui era bene che fuggissero, “liberandosi” dello statista Dc. La loro fuga fu evidentemente facilitata, dato che erano sorvegliati; pur se poi li presero, ma più tardi, quando “tutto” era stato evidentemente sistemato per non far capire più nulla e raccontare quello che si voleva far credere a noi poveri gonzi. Anche le carte, quelle importanti, sono state messe al sicuro.

Fate uno sforzo di immaginazione circa i possibili “soffiatori”: forse coloro che volevano impedire a Moro di far entrare al governo i piciisti, già di fatto entrati nel 1976 con Andreotti e in “viaggio culturale” negli Usa? Dai, si è ben capito quali ambienti di maggioranza e (ormai finta) opposizione fossero contrari a che Moro uscisse vivo con quel che aveva ulteriormente acquisito di “esperienza” attraverso quella prigionia. Non avrebbe parlato “al popolo”, ma agito sì, eccome, e l’avrebbe fatta “scontare” ai “due cugini” (bel film di Chabrol).

Oggi, il tentativo, sventato senza alcuna coscienza vera da Berlusconi, è ripreso in pieno con l’attuale governo, i cui membri (ed elementi ad esso vicini e correi) fanno parte delle grandi massonerie internazionali (Bilderberg, Trilateral, ecc.), ma il cui “input” parte nuovamente dagli ambienti democratici statunitensi che si servono dei fu piciisti (oggi certo oltre ogni rinnegamento, ormai nel pieno flusso della corrente atlantista più torbida e fangosa). Con quest’operazione governativa di apparente rispetto della legalità – corrosa invece alla base da un parlamentarismo che non rappresenta minimamente la volontà, pur pienamente coartata, dei cittadini – siamo al completamento effettivo delle oscure manovre iniziate negli anni ’70, dopo il colpo di Stato in Cile, manovre le cui tappe successive in quegli anni cruciali furono il patto Agnelli-Lama (1975), con inizio della concertazione, e il governo Andreotti di unità nazionale (1976), sia coronamento che apertura della fase più critica del “compromesso storico”. Fu così dato autentico impulso al “debito pubblico” poi servito sempre come elemento “terroristico” per pestarci, come sta facendo adesso l’attuale governo anti-nazionale, invece di liquidare la vera base sociale della “sinistra di tradimento”, il ceto medio semicolto per grandissima parte alimentato tramite il “pubblico”, direttamente o indirettamente.

Oggi, chi aveva creato ostacoli al primo tentativo americo-confindustriale (“mani pulite” con l’appoggio del pentito Buscetta, pedina “d’oltreoceano” ecc.), cioè l’ex premier, si è dimostrato un perfetto coniglio ed è complice a tutti gli effetti. Dobbiamo stare attenti, la situazione è peggiore di quella degli anni ’70; nemmeno esistono più i Moro (non a caso eliminato abbastanza prestamente), i Fanfani, i Craxi (liquidato un po’ più tardi senza mezzi termini). Siamo in mano ai successori degli ex piciisti dell’eurocomunismo (addirittura con la continuità personale ai più alti livelli), con alle spalle uno dei peggiori democratici americani e usando come esecutori gli appartenenti alle massonerie sedicenti internazionali, quando sono totalmente finanziate e sorrette dagli Usa. Quindi attenzione. Non facciamo gli errori delle BR; non facciamoci invischiare in giochi ambigui e oscuri. Oggi la situazione si sta facendo abbastanza chiara; e non sussiste nemmeno più quella che poi si rivelò realtà assai debole: la presenza dei “due campi”, di cui uno detto “socialista”, uno dei sostanziali e maggiori inganni del XX secolo.

I disadattati, gli ambigui, i pescatori nel torbido sono di nuovo in azione. Nessun contatto con loro; chiarezza di intenti e di analisi. E chi vuol assolvere una funzione, almeno minima, di carattere nazionale dovrebbe sapere con chi schierarsi. In campana!   


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