Fuori dall’euro!
Ognuno sa che i guai, per le masse lavoratrici e per il paese, sono aumentati con l’adozione dell’euro. Da quando l’Italia ha adottato l’euro il paese è in recessione. La tempesta finanziaria ha poi spazzato il principale argomento con cui si convinsero i cittadini ad accettare come salvifici i sacrifici per entrare nell’eurozona: che abbandonando la lira saremmo stati al riparo da una crisi del debito sovrano. Cancellazione del debito e uscita dall’euro sono due facce della stessa medaglia. Tornare alla lira, ponendo la Banca d’Italia assieme a tutto il sistema bancario e assicurativo sotto controllo pubblico, non vuol dire essere antieuropeisti, vuol dire guardare in faccia la realtà, anticipare la tendenza obiettiva, che è quella della disgregazione dell’Unione monetaria. Non c’è alcuna ragione plausibile per cui le masse popolari italiane debbano fare inauditi sacrifici per salvare un’Unione oligarchica, fondata sulla moneta e su principi liberisti e destinata al fallimento.
RIVOLUZIONE DEMOCRATICA
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