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Fuori i nomi!

Da Trentinowine

Vedendo quello che succede oggi, a casa mia, mi stupisco e non mi allineo.
Ho, bene (?) o male (?), lavorato per molti anni per aziende del settore vitivinicolo.
Faticosamente per l'indimenticabile CVT (Comitato Vitivinicolo del Trentino) che cercò di coniugare onestamente le istanze dei privati con quelle di un potere pubblico che, all'epoca, ben comprendeva e sapeva bilanciare le diverse necessità di espansione al di fuori del nostro territorio.
Da una parte c'era la Provincia, con dirigenti attenti, e dall'altra i settori Vino, Spumante e Grappa con quegli imprenditori dei quali i sopravvissuti sono ancora sulla cresta dell'onda nonostante tutto e tutti.
Si faceva comunicazione e nuova cultura industriale perché anche allora (anni '90) si iniziava a capire che dal mercato di nicchia si doveva necessariamente e progressivamente emergere.
Come il bellissimo e famigerato Prosecco, che generò da noi la stirpe dei frizzanti in autoclave.
Angelo Rossi è il testimone di quei faticosi anni nei quali, in fondo, si creò un dialogo tra cooperazione e privati, tutti d'accordo per un TRENTO e poi dopo...qualcosa.
Però, c'era una regola professionale : i consulenti si assumevano pubblicamente la responsabilità di quanto programmavano, con lo stretto assenso/collaborazione dei loro committenti.
I miei contratti, ad esempio, sono sempre stati alla luce del sole, sia con il CVT sia, soprattutto, con gli Assessorati della Provincia che doveva dare l'assenso ai programmi e l'aiuto finanziario.
Quindi contratti pubblici, perché parte finanziati da un ente pubblico e controllati dai privati, che a questo riferivano con precisi programmi, obiettivi e follow up (risultati di ritorno).
Una consulenza spesso difficile ma sempre entusiasmante, con nomi e aziende che conosco benissimo e da sempre prediligo. Come vecchi amici di un tempo.
Questa premessa solo per dire che mi stupisco come in questa megagallattica, attuale, promozione del Trentino nelle sue varie forme, appaiano poco gli autori, i consulenti che fanno questo o quello.
Una volta era obbligo professionale firmare anche il piccolo annuncio e questo, se costituiva senza dubbio una referenza, era una responsabilità verso il Committente/Cliente.
Oggi, a fronte a tante iniziative, pubblicazioni, pubblicità tabellari e tutto il resto, trovo difficoltà a trovare l'autore anche se è sempre ben chiaro il committente.
In sostanza pare che il Cliente sia sempre davanti al Consulente e mai in unione con questo : quindi anche da questo modesto blog di provincia ( come dice spesso Cosimo Piovasco di Rondò) non si sa con chi dialogare o scambiare una onesta, professionale, opinione.
Se è vero che opinioni professionali, fatte anche da professionisti diversi dagli autori di questa o quella campagna o iniziativa, possono in qualche modo disturbare, è anche vero che da un chiaro confronto nascono sempre reciproche e nuove opportunità.
Se il confronto può essere scomodo, può anche esserlo quando intervengano altri colleghi ritenuti erroneamente "scomodi" , tipo "Le Iene" o "La Zanzara", ecc. ecc. che si firmano e si definiscono sempre chiaramente. Come noi, blogghisti di provincia.
Quindiil totem stradale per la sagra delle Bollicine, non è accusa ma solo esempio del solito, anonimo, improvvisato, poco buon gusto.
Grazie a tutti.

FUORI I NOMI!

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