Fuori piove | Racconto 300 parole

Creato il 25 ottobre 2012 da Nicola Nicodemo
Fuori piove
© Nicola Nicodemo
Piove fuori dalla finestra. In casa, il vento sibila la sua rabbia attraverso una porta aperta e i tuoni sembrano buttare giù il palazzo. Mio fratello non smette di piangere. La pioggia lo spaventa, col rumore che fa battendo sul tetto e contro i vetri. Mia madre lo culla e lo accarezza, ma lo sguardo è fisso verso l'esterno. Mio fratello non smette. Pioveva quando Marco è morto. Il motorino riverso al lato della strada bagnata. Ricordo il suono dell'autoambulanza squarciare il silenzio di un pomeriggio triste, in cui neanche la pioggia faceva rumore. I corpi di due ragazzi nei letti d'ospedale. Piove sempre più piano.
La mamma che si getta ai piedi di Marco, gli stringe i polsi, lo abbraccia, gli accarezza il viso. Piange. La vedo, io, appena in disparte. Seduto su una sedia, le gambe incrociate, senza capire davvero. Sento il pianto di mia madre, le urla affrante che nemmeno venivano fuori, rotte dai singhiozzi e forse dalla paura. Pioveva ancora quando il pianto cessò. Quando un medico e un'infermiera entrarono nella stanza. La donna cinse le spalle di mia madre e mi rivolse un sorriso patetico. Ci accompagnò fuori e non entrammo più in quella stanza. Non aveva smesso di piovere, neppure il giorno dei funerali. Ricordo bene lo sguardo di mia madre, vuoto, anonimo, mentre seguiva il feretro bianco. E lo rivedo ogni volta che si ferma a guardare la pioggia, come rapita dal sublime di quella tragedia. Mio fratello è nato lo stesso anno della morte di Marco, quasi a riempire il vuoto che lui aveva lasciato in casa. La pioggia è più fitta. Il pianto di mio fratello si fa sempre più forte. Mia madre non si muove. Il suo sguardo è perso fuori dalla finestra. Chiudo le tende. Scende uno strano silenzio.

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