Fuori posto

  Scrivere di come quando ti senti fuori posto, ma nel senso che ti adoperi al meglio per fare qualcosa, però poi ti accorgi, che no, non è quello che dovresti fare. Poi, scrivere di quell'accordo preso con il destino, per cui no, non ci devi pensare tanto a quello che vorresti fare, ma a quello che ti lasci vivere addosso, che tanto ti sentiresti fuori posto e, ad ogni nuovo spunto, ti ritroveresti a boccheggiare nel crogiolo. Scrivere di tutto il resto, di tutto quello che ti scorre davanti, di ritratti di giorni, triti e ritriti, di lunghe corse che non finiscono con il raggiungerti e di certi incontri che non finiscono con il rassomigliarti.  E poi, in un solo momento, riprenderti il cuore e cacciartelo in gola, come quando l'emozione ti esplode dentro e ti raffigura con occhi impazienti e ossa tremanti, ma tu sei fermo, immobile; mai stato così fermo, mai stato così immobile, comodo e spaziale oltre ogni possibilità di movimento, al di qua del sipario. Prendi posto.