Conta che sabato sera abbia incontrato un’amica che non vedevo da tempo. Che lei sia croata, pure conta. Che sia infuriata e si roda il fegato a causa della politica italiana, perché questo è il paese in cui vive. E che si indigni dell’indifferenza generale da cui è circondata. Che abbia portato con sé, a sua volta, una sua amica, di professione insegnante di Pilates. Che l’amica sia entrata in sintonia, subito dopo la mia sparata: il Pilates fa male alla schiena. Che abbia passato il tempo a parlare. A voler parlare. Io, che non apro mai bocca con nessuno. E che tra noi si sia discusso di vita e di politica, di uomini, bambini e altri animali, ma senza alzare i toni. Ed evitando senza sforzo i luoghi comuni sui quali spesso si impuntano le chiacchiere femminili. Che ai tavoli a fianco intanto si festeggiassero lauree e unioni, e che, fuori da lì, esplodesse la voglia di vivere. Che la serata si sia svolta nel quartiere San Lorenzo, quello sconquassato dalle bombe alleate nel ‘43. Che le bombe di quella sera siano stati quei ragazzi, tutti belli, svegli e con gli occhi aperti, che ci sono venuti incontro lungo i marciapiedi. Che noi fossimo tre ragazze pari requisiti. Che il giorno dopo, invece, fuori programma e sotto il sole a picco, io mi sia arrampicata su una parete verticale. Che la mia bicicletta oggi, dopo sei mesi, fosse di nuovo in strada per portarmi a lavorare. Che il profumo di fiori esplodesse al mio passaggio, e mi colpisse forte. Che io abbia buoni polmoni e non soffra di allergie. Che il mio sguardo ancora non del tutto disilluso abbia notato che di bici ne circolassero tante, molte più di quante ne contavo un anno fa per strada. Che la musica che ho ascoltato in cuffia fosse quella di prima, prima dell’inverno, prima dell’estate scorsa, prima di questo blog. Che mi ricordasse la forza e il desiderio che ho in corpo. Che questo desiderio si trasformasse in spinta sui pedali. Che io sia qui a scriverne, anche se so che non cambierà la giornata di nessuno.
Tutto questo, almeno per me, almeno per il momento, conta.
Francesco De Gregori – San Lorenzo