Fuori sacco

Leggo, sul caso dell'ASP del distretto di Fidenza, una nota della lista L'ALTRA EMILIA ROMAGNA, per molti versi da condividere; leggo anche che la colpa dello spacchettamento ASP sarebbe della "svolta neoliberista" del Pd emiliano-romagnolo.Come? Ho sincera ammirazione per Cristina Quintavalla che conosco dai tempi della "lenzuolata" ma, da liberale, non so più se neo o post e senza dubbio anche liberista, dico che non c'è nulla di liberista nella legge dell'Emilia-Romagna sul riordino della ASP.  Nulla, nulla di nulla. Questa è una legge che consegna non al mercato ma al monopolio eterodiretto dal potere politico delle cooperative sociali legate in buona parte ad uno strutturato sistema di potere, con le sue rendite di posizione, politiche, sociali, economiche, culturali. Dico anche che bisognerebbe superare lo schematismo ideologico e chiamare le cose con il loro nome.Ma davvero si pensa che questo Pd sia disposto a mettere in gioco il potere di cui dispone, dove potere politico e prassi amministrativa la fanno da padroni e condizionano pesantemente la libertà  dell'iniziativa economica.E ancora, da liberale liberista, ma non coglione, chiedo che senso ha cadere dalle padella dello statalismo che funziona alla brace della precarietà di un monopolismo senza garanzie?
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