"Il moralista" diceva Oscar Wilde "di solito, è un ipocrita" che cerca d'imporre ad altri la propria opinione su come si debba vivere e ci si debba comportare, con l'arroganza di credere che il proprio comportamento sia l'unico accettabile.
L'anticonformista è il suo opposto: originale, eccentrico, spudorato ma mai invadente se non della propria libertà.
Qui, tifiamo per gli anticonformisti anche perché sono simpatici e la simpatia chiama simpatia, attira a se e forma un legame di benevolenza da cui nascono salvacondotti per comportamenti non in linea con la morale comune ma, alla lunga, accettati e ricercati. L'anticonformista è come un fulmine a ciel sereno, fa rumore e attira su di se l'attenzione; dice cose non scontare, assume atteggiamenti imprevedibili, vive in un sogno che si dimentica di essere sognato.
Molti hanno detto che la vita è un sogno, anche se non si è mai chiarito se gli uomini sono sognatori che pensano di vivere vite immaginarie, oppure essi stessi sono parte del sogno di qualche altro.
Al di là del sogno, chi non sogna il proprio sogno, chi non ragiona con la propria testa, di solito è di sinistra; in questo modo, cialtrone o santo, si autolegittima alla corte dei senzamemoria facendo credere che se non si guarda ai problemi con un ottica di sinistra si è automaticamente antidemocratici, peggio, mascalzoni e pure fascisti.
Detto questo, concludendo, i falsi moralisti continuano a fare il lavoro di sempre in un clima che si vuole incerto anche perché i media, a partire dalle pagine fidentine della Gazzetta di Parma, danno alla politica un mondo di immagini che vanno e vengono mentre la loro corrispondenza con la realtà è molto problematica e la politica ne ricava l'aspetto di una specie di fantasia, una specie di mondo altrove dove, per incanto, le opinioni superano la fantasia.
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