Recensione di Alessia Caputo
«Silenzio, dice la mamma. Madeleine dorme. È così bella quando dorme, non voglio che si svegli.
Le sorelline e i fratellini s’avvicinano zitti zitti al letto, i loro gesti di silenzio si amplificano e diventano languorosi, dita che fluttuano verso labbra increspate, punte dei piedi che salgono e scendono come prive di peso. Mentre circondano il letto, la loro frenetica attività rallenta; somigliano a minuscoli insetti sospesi nella linfa, che zampettano sognanti prima di cristallizzarsi in ambra. Ispirano all’unisono, dolcemente, e la stanza si riempie di un unico infinito sospiro: Shhhhhhhhhhhhh».
L’esordio narrativo di Sarah Shun-lien Bynum è sorprendente.
Madeleine dorme, ma fondamentalmente sogna e quando sogna il suo mondo tristemente disadorno si popola di personaggi improponibili, grotteschi, cattivi, meravigliosi. Il suo sonno, spesso inquieto, è sorvegliato da tutta la sua famiglia. Madeleine ha le mani orrendamente sfigurate dalla liscivia bollente. Ha masturbato lo scemo del paese e per questo è stata punita. Il suo dormire sembra di buono auspicio ma nel profondo, Madeleine dorme, e sognando vive, riscopre sé stessa, irriverente, impara ad amare, si innamora, compie la sua straordinaria ascesa verso l’età adulta, come una novella Alice nel paese delle Meraviglie. A guidarla, però, non è un buffo coniglio bianco ma un insieme di personaggi da circo: Adrien, un fotografo, probabilmente lontano parente del più celebre Nadar, Charlotte che si è trasformata per gelosia nella viola tanto amata dal marito, Matilde, una donna “grottescamente” grassa a cui sono spuntate un paio di minuscole ali in grado di sostenerla e di farla volare, Monsieur Pujol, l’uomo flatulento.
Quando la realtà si mischia con il sogno, la narrazione si innalza a un livello irraggiungibile e la storia, dispiegata in piccole istantanee sembra stordire. La realtà diventa sogno, il sogno realtà, i due mondi si compenetrano fino a esplodere l’uno nell’altro.
Eppure tutto sembra così immobile, come in trappola, ogni personaggio, ogni frase, ogni sonno agitato e ogni sogno che lo accompagna è incastrato in una cornice dorata, ma di quelle a cui il tempo sta lentamente portando via lo splendore ma non la bellezza. Ogni capitolo è un’istantanea e anche quelli fatti solo di poche righe, sono diretti, precisi, e i protagonisti attraversano come figure evanescenti la sottile linea che divide il sogno dalla realtà.
Madeleine dorme sembra pervaso dall’obbligo del silenzio, un solo ininterrotto shhhhh accompagna pagine, e parole; la storia scivola come i fogli tra le dita, come un respiro lieve, quello che precede il momento in cui ci si addormenta e si comincia a sognare, come il fruscio lieve delle code di un frac, o quello di un’arancia quando le si toglie la buccia, il sospiro di un bacio rubato o di una carezza non data. Allora «shhhhh. Tutto sta per cominciare».
Nota sull’autore
Sarah Shun-lien Bynum è nata nel 1972 a Houston, Texas. Nel 1995 si è trasferita a New York dove ha lavorato come insegnante di scuola media nel quartiere di Park Slope a Brooklyn. Quando ha lasciato l’insegnamento si è dedicata alla scrittura e ha lavorato come consulente per organizzazioni no-profit fino al 2005.
Nel 2004 ha pubblicato il suo romanzo d’esordio, Madeleine dorme, finalista per il National Book Award 2004. Il suo ultimo romanzo, Ms. Hempel Chronicles è stato pubblicato nel settembre 2008 ed è stato finalista al PEN/Faulkner Award nel 2009.
La Bynum è stata inclusa nella lista dei venti migliori scrittori americani di fiction (20 under 40) redatta dal New Yorker nel giugno 2010.
Per approfondire:
leggi la recensione su D di Repubblica
leggi la recensione su TTL
Sarah Shun-lien Bynum, Madeleine dorme
traduzione di Elvira Grassi e Leonardo G. Luccone
Transeuropa, 2011
pp. 271, euro 15,90