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Fuori strada: Torino una Sega 2

Creato il 25 gennaio 2013 da Viadeiserpenti @viadeiserpenti
Fuori strada: Torino una Sega 2

La locandina di Torino una Sega 2

In barba a chi dice (come la sottoscritta) che a Firenze non succede mai niente, venerdì 18 gennaio a partire dalle 21 lo storico locale Caffè Notte si è riempito di una brulicante folla di giovani, intellettuali e no. L’occasione non era la classica bevuta tra amici del venerdì sera (anche se di alcol ne è circolato parecchio) ma TUS2, ovvero Torino una Sega 2, ovvero la seconda edizione di una serata letteraria che si era tenuta nel medesimo luogo lo scorso giugno e il cui nome è un ironico e toscanissimo sberleffo all’alquanto paludato e istituzionale Salone del Libro.

La formula è semplice e funziona: ciascuno legge un testo proprio e uno altrui (che sia del proprio migliore amico o di Bolaño non fa differenza), le letture non devono essere troppo lunghe per lasciare spazio a tutti e non annoiare il pubblico. Come ci racconta Vanni Santoni, uno degli ideatori e principali promotori dell’iniziativa, «Torino una sega nasce tra aprile e maggio 2012 e si concretizza nel giugno dello stesso anno. Già da un po’ di tempo io e Gregorio Magini ci trovavamo al Caffè Notte per scrivere e confrontarci sui nostri testi, che a volte venivano pure letti pubblicamente per raccogliere critiche e commenti dagli avventori, e altri autori stavano cominciando a bazzicarlo. Da lì, assieme a Francesco Ammannati e Gabriele Merlini, loro pure assidui del locale, l’idea di organizzare una serata letteraria come piaceva a noi. Il titolo nasce come una risposta ironica a quel “ci vediamo a Torino?”, che, quando maggio e il Salone del Libro si avvicinano, risuona sovente nelle bocche tanto degli scrittori (del resto è pur vero che a volte un tuo amico e collega che vive a Palermo o Trieste finisci per vederlo solo a Torino) quanto, per imitazione, degli wannabe: un “ci vediamo a Torino” che in realtà significa: “sai, io sarò al Salone, dunque faccio parte del business”, quasi la partecipazione al Salone fosse uno status symbol. E allora, Torino una sega

Già la prima edizione è stata un successo: a “iscriversi” nella lista dei partecipanti sono in 14, il pubblico è numeroso e attivo. «Nulla a che vedere» racconta ancora Santoni «con la folla strabordante e urlante che per TUS2 ha invaso non solo il Caffè Notte ma anche le strade circostanti». E in effetti è stato proprio così: il locale straripava letteralmente di persone, gli scrittori che hanno voluto leggere erano così tanti (ufficialmente 42) da essere stati suddivisi in due sale. A leggere abbiamo visto volti più e meno noti; tra gli altri, gli animatori della “scena letteraria toscana” (su cui proprio Santoni ha scritto un bel post qualche giorno fa): oltre a lui c’erano Gregorio Magini (insieme a Santoni, tra i fondatori del progetto SIC – Scrittura Industriale Collettiva, il cui romanzo uscirà in primavera per minimum fax), Francesco Ammannati, Gabriele Merlini, Francesco D’Isa, Marco Simonelli, Raoul Bruni, Ilaria Giannini e il fiorentino d’adozione Federico Di Vita. Ma non c’erano soltanto toscani: da altrove sono arrivati Christian Raimo, Carolina Cutolo e Carlo Mazza Galanti, gli Scrittori Precari, eFFe, la redazione di 404 File Not Found. TUS2 è stato un momento di importante condivisione, in cui letteratura e divertimento, leggerezza e serietà si sono mischiati fino a diventare una cosa sola: un’esperienza da ripetere.

Fuori strada: Torino una Sega 2

La lista dei partecipanti a TUS2, divisi in due sale. Foto rubata dal profilo twitter di eFFe

Un successo così grande forse non se lo aspettavano neanche Santoni e compagnia. «Pensa che nei giorni scorsi abbiamo ricevuto mail e chiamate da scrittori che non conosciamo a livello personale, che volevano sapere quando sarà TUS3 e come si fa partecipare (e magari si stupivano a scoprire che per partecipare basta venire)…» racconta Santoni. «Sicuramente ci sarà un #TUS3. Ma dobbiamo fare con calma. Sia perché Torino una sega fin dalla prima edizione nasce per essere evento occasionale e sotterraneo, sia perché una risposta di queste proporzioni – c’era così tanta gente, durante l’intero corso della serata e della notte, che era pressoché impossibile spostarsi da una sala all’altra, e anche a evento finito, alle 5 di mattina, si vedevano in giro per Santo Spirito capannelli di gente che leggeva ad alta voce o revisionava i testi – impone anche di ripensare in parte la struttura.»

L’evento sarà dilagato anche grazie ai social network? Probabile, visto che nei giorni precedenti su facebook (qui l’evento, sulla cui bacheca si continuano a postare link e commenti) e twitter (l’hashtag ufficiale è #TUS2) se ne è fatto un gran parlare. Nei giorni successivi pure, in rete e non solo (domenica 20 gennaio TUS2 era sulla prima pagina della Repubblica edizione di Firenze con ben due articoli, uno firmato da Fulvio Paloscia, che trovate qua, e uno da Flavia Piccinni, che trovate invece qua).

Qua trovate invece delle belle foto in bianco e nero dell’evento.


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