Merluzzo, baccalà, stoccafisso, tre modi di dire che rimandano tutti allo stesso pesce, molto diffuso, con un potere nutritivo molto elevato e povero di grassi. Il merluzzo è in mare ciò che il maiale è in terra, vale a dire, del merluzzo non si butta nulla. Le teste vengono bollite per insaporire le pietanze o cucinate in zuppe. La lingua è considerata una leccornìa in Norvegia. Le uova, salate e affumicate. Dal fegato si ricava il famoso olio, ricco di Omega 3. Dalle interiora si estrag
In realtà, merluzzo è un termine generico, usato per indicare diverse specie di pesci, il più noto è quello “bianco” che varia il suo nome a secondo di come viene trattato; in baccalà se viene conservato sotto sale, intero e stoccafisso se viene essicato al vento freddo della Norvegia. Entrambi ammorbiditi in acqua prima del consumo. Carni bianche, magre, facilmente digeribili, proteiche e ricche di sali minerali, soprattutto fosforo e potassio, per non dimenticare il patrimonio vitaminico, A e D.
Anna D’Eugenio – nutrizionista, ospite in studio ci spiega l’importanza del suo uso nella nostra dieta : “Uno dei motivi per cui è così amato è perché è un pesce ricco di una buona quota proteica e ha pochissimi grassi per cui, in questa lotta indiscriminata ai
Non esiste nei nostri mari, quello che tutti i giorni troviamo sui banchi del pesce italiano e che volgarmente chiamiamo merluzzo, in realtà è il nasello, il parente povero. Il merluzzo è uno dei pesci più pescati al mondo ma, a causa della pesca selvaggia e del fatto che si riproducono solo dopo molti anni di vita, il suo progressivo esaurimento è un dato di fatto, ecco il perchè della sua sostituzione con un pesce simile.
La sua casuale scoperta è legata al nobile Piero Querini, capitano di mare della Repubblica di San Marco, al comando di un’imbarcazione carica di beni di lusso per i mercati del nord Europa, che naufragò il 6 gennaio 1432 contro uno scoglio disabitato nell’arcipelago delle Lofoten, nella Norvegia del nord. Durante la forzata permanenza in quelle isole, il capitano conobbe un particolare tipo di pesce che gli isolani consumavano fresco, salato oppure battuto ed essicato al sole artico. Portò con sé a Venezia questo “pesce bastone” (stock–fish, in norvegese da cui “stoccafisso”) e da lì i
Alle Lofoten c’è il miglior stoccafisso del mondo perché solo qui, sospinta dalla calda Gulf Stream, arriva lo “Skrei”, il merluzzo originario del Mare di Barents. Più in generale, questa tipica ricchezza dei mari nordici, per fortuna dell’umanità, è diffusa su tutta l’estensione della platea continentale dell’oceano Atlantico settentrionale. Noi italiani ne consumiamo circa 2500 tonnelalte annue e il suo prezzo varia dai 40 ai 10 € al chilo.