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Fuortes prende tempo

Creato il 17 ottobre 2014 da Nonzittitelarte

Fuortes prende tempo

Faccia a faccia. Fuortes e i sindacati si sono incontrati. Per parlare della crisi del Teatro dell’Opera e del licenziamento dei 180 componenti del coro e dell’orchestra del Costanzi. Il giorno dopo, nel muro contro muro, sembra aprirsi una prima breccia da cui potrebbe passare qualche spiraglio di trattativa.

Nel corso della riunione di ieri, il sovrintendente ha illustrato ai lavoratori le motivazioni che hanno spinto il Cda della fondazione a scegliere la strada del licenziamento collettivo di orchestrali e coristi. I sindacati hanno ribadito la loro richiesta di ritirare i licenziamenti altrimenti non sarà possibile nessun tipo di trattativa. Durante l’incontro i lavoratori hanno chiesto anche di poter prendere visione della delibera del Cda.

«Grazie alle iniziative delle lavoratrici e dei lavoratori – dichiara Alberto Manzini, segretario generale Slc Cgil – come la manifestazione di venerdì davanti al Costanzi e al lavoro fatto da alcuni esponenti del Consiglio comunale (e stiamo anche lavorando per un’interrogazione parlamentare) è stata aperta qualche piccola crepa nelle convinzioni della governance del teatro. Si sono riservati di darci una risposta martedì mattina sul ritiro della procedura dei licenziamenti che per noi va accompagnato anche al no all’esternalizzazione. Una volta ottenuti questi due risultati, discuteremo dei problemi economici che ci sono stati sottoposti».

Getta acqua sul fuoco proprio il sovrintendente Carlo Fuortes che sottolinea come «c’è stato un primo incontro e c’è stato un aggiornamento. È la normale trattativa». Ed è di questo che parla la Cisl attraverso le parole di Paolo Terrinoni, segretario generale della Fistel Cisl di Roma e Lazio. «Ora si apre una nuova fase – conferma Terrinoni – Se come ci auguriamo la procedura di licenziamento sarà ritirata noi, come sempre, siamo aperti e disponibili a trovare insieme, in modo pragmatico e responsabile, le soluzioni migliori sia per il bene del teatro sia per la salvaguardia dei posti di lavoro, anche a fronte di maggiore produttività e sacrifici sul contratto integrativo da valutare in sede di confronto».

Fonte: Il Tempo Leggi qui tutto l’articolo

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