Apro il vocabolario Sabatini Coletti e leggo:
Furbizia: Qualità di chi, nella vita, sa trarsi abilmente d’impaccio o sa raggiungere i propri scopi, evitando accuratamente le insidie e ricorrendo a studiati (a volte scorretti) espedienti.
Astuzia: ingegnosità per arrivare a un fine.
Heghel sostiene che l’astuzia è il processo in base al quale la ragione immanente nella storia si serve delle passioni umane come strumenti inconsapevoli per realizzare i propri fini. (Azz!, ’sto Heghel, quanto è complicato!)
Molti dizionari le considerano sinonimi, ma io credo che tra la furbizia e l’astuzia ci siano sostanziali differenze. A mio parere, la prima ha valenza negativa mentre la seconda rappresenta un quid in più nelle doti caratteristiche di un individuo.
La furbizia è una qualità che usa l’inganno per ottenere il risultato voluto a scapito di qualcun altro. I politici sono il primo esempio che mi viene in mente. Tutti costoro, oltre alla loro indubbia intelligenza, sfruttano, senza arrossire, la furbizia di cui sono dotati. Un furbo di prima classe è stato Antonio Di Pietro. Ma non è certo il solo che ha saputo sfruttare a suo vantaggio questa indubbia dote per cogliere al volo le occasioni che gli si sono presentate… dimenticando, però, che di troppa furbizia si può morire!
L’astuzia, invece, è una qualità positiva. Altro non è che l’impegno dell’uomo che combatte con grande intelligenza le avversità della vita. Astuto era Ulisse.
Ok, termina qui la parte seriosa del post odierno. Vediamo ora cosa si racconta in giro di spiritoso su furbizia e astuzia.
“La furberia è una qualità italiana potente che, purtroppo, ci ha rovinato. Sarà meglio magari diventare scaltri: è una cosina un pochino più nobile”. (Roberto Benigni)
Merda volant, furbi schivant. (Barbara Civitelli)
E’ furbo (ma mica poi tanto…) chi clicca “Mi piace” sotto ai miei post senza mai leggere un rigo di ciò che scrivo. (Anonimo)
L’animale furbo per eccellenza è la volpe, però un antico adagio assicura che “in pellicceria ci vanno più pelli di volpe che d’asino”. (Andreotti)
I gatti sono più furbi dei cani. Provate a convincere otto gatti a tirare una slitta nella neve… (Jeff Wald)
La furbizia si impara da piccoli…
Ecco ora una storiella che è un classico di astuzia (al femminile):
Una suora vecchia e una giovane mentre stanno camminando insieme per strada si accorgono di essere seguite da un brutto ceffo; accelerano, e il tipo fa lo stesso. Così la suora giovane dice a quella più vecchia: "Sicuramente quest’uomo vuole abusare della nostra virtù. Separiamoci, così che potrà seguire una sola di noi." L’uomo, ovviamente, segue quella giovane, mentre l’altra si rifugia nel convento dove la attende molto preoccupata e innalzando fervide preghiere al buon Dio. A un tratto si spalanca la porta e compare la suora giovane tutta trafelata e col volto rosso. Così quella più vecchia dice:
"Allora, che cosa è successo?"
"Beh – risponde – quel tizio ha continuato a seguirmi fino a quando non mi ha raggiunta".
"Oh Mater Dei, e poi?"
"Mi ha intrappolata in un angolo."
"Oh Maria Immacolata! Tu allora cosa hai fatto?"
"Ho pregato. E mi sono alzata la veste."
"Oh Vergine Santissima! E lui?"
"Si è abbassato i pantaloni."
"Oh Dio Misericordioso! E poi?"
"E poi… e poi… ma non lo sai che una suora con la veste alzata corre più velocemente di un uomo con i pantaloni abbassati?"
E per finire, un aforisma che non si può discutere:
Arrivederci alla prossima settimana!
Nicola
Crediti: L’enciclopedia della battuta a cura di Gino & Michele – Editore La Smemoranda, le altre immagini le ho trovate su Internet e ai singoli autori a me non noti va il mio sincero grazie.