Non può esistere un solo modo di fare. Nel senso che ne dovrebbero esistere di più, almeno tre o quattro. Sarebbe presunzione e sopravvalutazione pensare di avere un solo modo di fare nell’attuale mondo, fatto di globalità e interazione. Chi dice di averne solo uno mente, forse non sapendo di mentire, legato a ricordi di univocità che non gli appartengono. La consapevolezza della necessità della contaminazione, nella sua accezione più nobile, è l’unica salvezza della nostra integrità. Chi oggi non si discosta dal suo modo di fare, chi oggi vive secondo il dogma “io sono fatto così e se non ti va bene fottiti!” ha perso, ha perso la sua integrità nelle paludi dell’egocentrismo e dell’intolleranza. Le informazioni che quotidianamente investono i nostri sensi non permettono più un modo di pensare così statico, così restauratore. L’umanità cambia col tempo e si adegua. L’umanità è come l’acqua, senza forma o con mille forme, dipende dal contenitore e chi non si adatta ha perso. La contaminazione è l’ultimo contenitore. La musica, come sempre, è più intelligente dell’uomo e questo lo ha capito da tempo. Se poi la musica è fatta in Sicilia, terra che ha sublimato la contaminazione facendone arte, allora quello che ne viene fuori non può non essere avvelenato d’avvenenza. Da George Harrison a Syd Barret, dai Jethro Tull a Neil Young, Furious Georgie, alias Giorgio Trombino, palermitano, non si fa mancare niente nel suo progetto solista You Know It e lascia che i grandi gli indichino la strada, si lascia contagiare e trova nella contaminazione la sua integrità. Blues, rock, post-rock, psichedelia si fondono in un disco trasognante che regala a chi ascolta l’emozione di un film fantastico, tipo guardare La Storia Infinita da piccoli, o di un film “ambulante”, tipo guardare Marrakech Express a vent’anni.
Furious Georgie - You Know It, di Gianni Sapia
Creato il 26 agosto 2013 da Athos Enrile @AthosEnrile1Possono interessarti anche questi articoli :
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