Al boom delle vendite di bici è seguito quello del più classico dei furti. Un vero e proprio flagello, se si pensa che è il mezzo di trasporto di 35 milioni di persone che utilizzano per spostarsi lasciando l’auto in garage.
Dall’anno scorso nello stesso periodo che coincide anche con quello dell’aumento esponenziale dell’utilizzo di velocipedi riferito alla bella stagione, la percentuale di furti segnalati segna almeno il 20 % in più, 3mila algiorno, ed a qualsiasi ora del giorno. Il numero esatto, peraltro, é pressoché impossibile da individuare giacché molti di questi fatti non vengono neanche denunciati, specie se ad essere rubata é una bicicletta vecchia ed obsoleta. Ed allora come fare per fermare i ladri di biciclette? Nei Paesi Bassi è stata escogitata una soluzione che si sta rivelando efficace. La polizia olandese, per risalire agli autori di furti di biciclette ha usato delle “esche” a due ruote dotate di dispositivo GPS. Grazie a questa idea il numero di biciclette rubate si è dimezzato nel giro di un anno.Anche in Svizzera per combattere il fenomeno le città di Berna, Ginevra e Zurigo, come scrive oggi la “SonntagsZeitung”, ha preso esempio dall’Olanda e ha adottato, da alcune settimane, lo stesso stratagemma. Il domenicale svizzero-tedesco ha voluto testare il funzionamento di questo stratagemma. Ha dotato di GPS tre biciclette dal valore di mercato tra i 600 e gli 800 franchi messe a disposizione da Migros, Ochsener Sport e Scott. Il dispositivo GPS è invece dell’azienda tedesca PSP (fahrrad-diebstahl.com). All’interno di faretti posteriori per biciclette sono stati inseriti il dispositivo GPS e una carta Sim utile alla segnalazione degli spostamenti. Non appena la bicicletta si mette in movimento, il dispositivo GPS segnala la posizione della bicicletta e invia un SMS o un’emali un segnale di allarme all’utente. I movimenti del velocipede si possono seguire su una piantina online. Nel momento in cui la bicicletta entra in un edificio il dispositivo GPS non funziona più, il localizzatore, invece sì. Le biciclette “esca” sono state collocate nelle stazioni o nei quartieri di passaggio. Alcune sono state chiuse con il lucchetto. Ebbene, quasi tutte le biciclette erano già sparite dopo qualche ora. Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” osserva come esperti di diritto hanno invitato a non banalizzare il fenomeno, paragonando il furto di biciclette a una droga leggera, preludio per delitti più gravi. Inoltre la diffusione del fenomeno del furto di bici è un grave ostacolo all’aumento dell’utilizzo di questo mezzo di locomozione verde. In tanti, infatti, per timore di subire il furto rinunciano ad usare quotidianamente una bici decente (cioè in piena regola col codice della strada) ed optano per mezzi “minimalisti” arrivando tal volta a mettere a rischio anche la propria sicurezza (mancanza di fanali, freni sgangherati, materiali pesanti e arrugginiti).
Lecce, 21 settembre 2014
Giovanni D’AGATA