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Sì, ho rubato! Quando una cosa si fa, bisogna dirla. Mica sempre! Shhh… non diciamo cose così che se no ci prendono la mano. Chi? Un po’ tutti, tranne me che ho l’impressione di averla persa la mano, da quando ho smesso di scrivere. Quanto è passato? Non lo so, ma è di sicuro troppo tempo. Quindi? Quindi, ecco perché sto rubando. Cosa? Un pensiero, un’immagine, una canzone e anche un computer ché il mio ce l’hanno in ostaggio e non me lo vogliono rendere. Il pensiero a chi lo hai preso? Fai troppe domande! Zitto tu, personaggio invisibile inventato per farmi dire le cose in un modo un po’ meno più. Ci siamo capiti. Io e te, che poi sarei sempre io. Va be’… I pensieri si prendono dove ti pare, se ti pare, anche sull’etichetta della birra, stacchi qualche lettera, ci incolli qualche numero, stappi, ascolti la birra che fa frrr – usa l’immaginazione – poi dai un bacio alla bottiglia e te la bevi. Un bacio senza lingua, è chiaro! La birra, invece, la vorrei scura. Uguale, uguale, al pensiero che ho rubato. Che, poi, alla fine, mica me la sono bevuta.La canzone viene da quel lontano mai troppo distante da dimenticarlo del tutto. Sull’immagine ho barato. Non ce l’ho. Una ce l’avrei anche, ma non so ancora come si fa a fotografare quello che si vede ad occhi chiusi. La troverò? Suspance! Sul computer lascerei un po’ di mistero, se riesco a metterlo dove l’ho trovato, nessuno se ne accorge e l’ho fatta franca!Francamente, rileggendo tutto quello che ho scritto fino a qui, mi chiedo se sei ancora con me o sei ormai lontano. Se non ci sei più, posso capire, probabilmente, dopo aver pensato: Di’ la verità, la birra non era solo una, eh?, sarei andata via fischiettando la canzoncina che ho rubato, l’avrei tenuta per me reinventando le parole. Come adesso, che ritrovo una parola in un’immagine. L’ho scritta io, e penso che le parole restano tue, anche quando tutto il resto non c’è, soprattutto quando gli occhi sono bene aperti e proprio non se ne parla di rubare.
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