Magazine Diario personale

Fusione Mondadori/Rcs?

Da Bangorn @MarcoBangoSiena

In questi giorni, l’argomento più discusso nel mondo dell’editoria, e quindi degli scribacchini, è l’imminente fusione tra il gruppo Mondadori e il gruppo Rcs. Credo che sia oltre l’ipotesi, ormai, sembra cosa già fatta.
E logicamente non sono mancate le levate di scudi e lance da parte di autori, tra cui qualche rappresentante dell’alta letteratura. Cosa ne penso io?

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Questo è il mio stato d’animo al riguardo. Sì, quello di Paperino che se la dorme indifferente. I motivi si possono riassumere in breve, e sono da entrambi i punti di vista: quello del lettore e quello dell’autore.

Sono sconvolto... zzz... zzz... preoccupa... zzz...

Sono sconvolto… zzz… zzz… preoccupa… zzz…

Io Lettore

Sapete che non compro un libro di Mondadori da anni? Sapete che non esco da una libreria con un libro in mano da almeno due anni? Sapete che non c’è un titolo che mi convinca ad aprire il portafogli di questi due gruppi?
Il mio discorso da lettore è che non mi cambierà nulla: usciranno sempre gli stessi autori, gli stessi libri, gli stessi successi commerciali da classifica, adatti a ombrellone o regalo natalizio di emergenza. Sono aziende, non romantiche scuderie per autori dotati e prodotti passati sotto un filtro qualità.
Giusto il discorso rivolto invece all’informazione sui quotidiani: unificare due gruppi così, potrebbe far diminuire le diversità, soprattutto riguardo alla politica. Ma devo ammettere che un quotidiano lo sfoglio sì e no al bar al mattino.

Io Autore

L’ultima volta che ho pensato di mandare un manoscritto a Mondadori, avevo 20 anni al massimo… Fine.

La Mia Conclusione

Chi sta protestando là fuori avrà i propri validi motivi per farlo, ma penso che se queste proteste fossero iniziate 20 anni fa e non ora, anche il mondo della nostra editoria sarebbe diverso, forse migliore. Ma ora, quando i famigerati buoi sono scappati, chiudere il portone mi sembra inutile.
Non sarà questa fusione a sancire un monopolio editoriale: quello esiste da decenni.


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