Magazine Cinema
Durata: 110'
La trama (con parole mie): Duke, protagonista della sconfitta del neonato gruppo terroristico Cobra, guida ormai saldamente i G. I. Joe supportato dal suo braccio destro Roadblock, continuando a compiere missioni segrete e quasi impossibili per conto della NATO e del Presidente degli Stati Uniti. Quest'ultimo, in realtà sostituito dal trasformista Zartan, ordisce un piano affinchè i Joe cadano in disgrazia e vengano progressivamente eliminati, liberando al contempo dalla prigionia Cobra Commander: nel corso di uno degli attacchi proprio Duke perde la vita, e tocca a Roadblock, affiancato da Jaye, Flint, Jinx e Snake Eyes togliere le castagne dal fuoco scoprendo una nuova alleanza con l'ex nemico Storm Shadow e chiedendo aiuto al Generale Joe Colton, fondatore dei G. I. Joe.
Neanche il tempo di godermi la piacevole sorpresa della divertentissima tamarrata che è stata G. I. Joe - La nascita dei Cobra, e subito il Cinema, probabilmente offeso per il valore attribuito dal sottoscritto al lavoro di Stephen Sommers, si vendica consegnando agli occupanti di casa Ford una parziale delusione con quella che avrebbe dovuto essere al contrario la conferma di un brand fracassone e godurioso come quello legato ai mitici pupazzetti targati Hasbro: perchè nonostante la presenza di un The Rock in forma strepitosa - neanche a Wrestlemania l'ho visto così pompato - e del sempre mitico Brus Willis, questo sequel giunto probabilmente a troppi anni di distanza dal primo capitolo perde moltissimo rispetto allo stesso sia in termini di regia - pur parlando, di fatto, di semplici mestieranti, Sommers è decisamente più abile di Chu nella costruzione delle scene - che di resa complessiva del cast - quasi completamente rivoluzionato anche a scapito del buonsenso della sceneggiatura e, tolti i due grossi nomi già citati e le conferme dell'accoppiata ninja Snake Eyes/Storm Shadow, decisamente deludente e sotto la media -, cercando di sopperire a limiti fin troppo evidenti con una carica di ironia che - almeno quella - non manca ma che poco può rispetto alla scarsa sostanza dell'intera produzione.
Un vero peccato, ed un esempio di quella che, senza se e senza ma, è la differenza fondamentale che passa tra gli action che imperavano negli anni ottanta ed i pochi che attualmente riescono a coglierne lo spirito ed i prodotti costruiti sulle esigenze di mercato della generazione dei Transformers: da un lato la coscienza di una Natura da baracconata che possa divertire senza ritegno e dall'altra un tentativo di replicare lo stesso effetto reso - volontariamente o no - più pesante da una sorta di presunzione di fondo, quasi ci si prendesse sempre troppo sul serio.
In qualche modo, una visione di questo genere finisce per avere lo stesso effetto di uno di quei discorsi chilometrici che, nel mondo del fumetto, dell'animazione e dei film action è legato alla figura dei "cattivi" e che, alla fine dei giochi, costituisce la causa principale della loro stessa sconfitta.
Certo, non voglio comunque soltanto denigrare il lavoro di Chu, che dal punto di vista degli effetti è sicuramente superiore al primo capitolo della saga e tiene aperte le porte per un eventuale terzo episodio - "Io e lei saremmo proprio una bella squadra", afferma The Rock stuzzicando Bruce Willis in chiusura -, ha un'affinità maggiore de La nascita dei Cobra rispetto a quelli che erano i giocattoli cui questi due film sono ispirati - meno armi in stile fantascienza, più sparatorie e scazzottate old school, un look soldatesco più che supereroistico - e regala almeno una perla catastrofica in pieno stile 2012 con la distruzione di Londra per mano dei Cobra, pur relegando il Commander ad un ruolo di fatto marginale rispetto a Zartan ed il nuovo volto Firefly - interpretato da Ray Stevenson, già visto in Thor e nell'ultima stagione di Dexter nel ruolo di Isaak Sirko -.
L'approfondimento dei personaggi, inoltre, segue l'esempio tracciato dal lavoro di Sommers, e con tutti i limiti del caso si preoccupa di fornire un background ai charachters che possa evitare l'appiattimento tipico delle proposte meno riuscite di questo genere - la famiglia di Roadblock, le nuove rivelazioni sul passato di Snake Eyes e Storm Shadow -: il difetto maggiore, dunque - limiti del regista e degli attori a parte, ovviamente - resta il fatto di aver perso l'ingenuità mostrata nel primo film pur guadagnando smalto ed una patina che possa ricordare più le vere produzioni da grande schermo rispetto ai b-movies nati per finire senza passare dal via al mercato per l'home video - quando va bene -.
La speranza è che per l'eventuale numero tre della serie l'attesa non sia lunga come quella intercorsa tra i due precedenti - anche perchè sono più che sicuro che defezioni come quella di Joseph Gordon Levitt, nel frattempo giunto alla consacrazione o, seppur parziale, di Channing Tatum, siano legate agli impegni e ad altri tipi di scelte artistiche - e che si punti più sull'aspetto sguaiato che non sulle pretese di diventare un riferimento del genere, che contribuirebbero ad accrescere le aspettative degli autori di portare sullo schermo qualcosa di unico o mai visto prima finendo inesorabilmente per fallire neanche fossero un Cobra Commander qualsiasi.
Il pane e salame deve rimanere pane e salame, per soddisfare come si deve palati voraci ma senza grosse pretese come quelli che passano al Saloon: e un brand come quello dei G. I. Joe ne dovrebbe sempre essere il portabandiera.
MrFord
"Here we go; we gonna send this one out to the old school
all these motherfuckers in the Bronx, and Brooklyn, and Staten Island
Queens, and all the motherfuckers that laid it down, the foundation
yaknowhatI'msayin? Nuttin but love for the old school
That's who we gonna do this one for, ya feel me?"2Pac - "Old school" -
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