Uno dei mie dogmi sta cominciando a vacillare.
Sono sempre partita dal presupposto che a lavoro uguale dovesse corrispondere salario uguale, senza distinzioni di età, sesso e locazione geografica.
Devo ammettere che, dopo le esperienze estive, la mia netta convinzione comincia a subire qualche pesante attacco.
Quest’estate sono andata in vacanza nella Tuscia, zona bellissima e particolarmente fascinosa, facendo base in un agriturismo, cosa che ha stupito moltissimo parenti ed amici (vorrei anche suggerire di soggiornare pure voi, se da quelle parti capitate, nel Agriturismo Pulicaro antico casale molto ben ristrutturato che mantiene l’originaria archittettura e dove Marco e Chiara, giovani gestori, vi accolgono con gentilezza e cortesia senza risultare invadenti – giuro che non mi hanno “pagato” per sponsorizzarli caldamente).
Oggi, mensa aziendale chiusa, sono andata in un bar vicino al lavoro ed ho speso 18 € per mangiare una caprese con mezzo pomodoro ed una mozzarella NON di bufala, un bicchiere d’acqua ed un caffè; a questo punto mi è tornato in mente che nel viterbese/orvietese non mi è capitato di spendere più di 20/22 € per un pranzo completo al ristorante di sera fino al massimo del minimo, vicino a Bomarzo dove per un discreto trancio di pizza, una bottiglietta d’acqua, ed un caffè ho speso 2,40 €, tanto che mi sono sentita in dovere di chiedere alla barista se aveva correttamente fatto i conti poichè il prezzo mi pareva troppo basso.
Inoltre ho la mania, in qualunque città vada, di guardare i prezzi degli immobili e così ho fatto anche ad Orvieto ed ho scoperto che lì per comperare una porzione di casa indipendente ristrutturata nel centro storico non spendi più di 1.000/1.500 euri al mq, o più di 2.000 se di particolare pregio.
Per farvi un lievissimo paragone e darvi una vaga idea della differenza posso dirvi che, nella mia città, un appartamento messo maluccio nel peggio quartiere non lo paghi meno di 2.000 al mq fino ad arrivare ai 4.000 della prima periferia pedecollinare, ai 5.000 del centro e agli infiniti euri della collina.
A questo punto le gabbie salariali non mi paiono poi così tanto assurde.
Statemi bene nelle vostre città!