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Gabriele Basilico: il fotografo “ci lascia” le sue città organiche.

Da Ifioribludizazie

E’ scomparso il fotografo milanese Gabriele Basilico, conosciuto per aver congelato in immagini in bianco e nero diverse città cangianti: Beirut, Mosca verticale, Silicon Valley, Milano ritratti di fabbriche. Data l’estensione del mondo, era fin troppo consapevole dell’impossibilità di poterne esplorare ogni spazio seguendo i propri desideri. Tuttavia, nella messa a fuoco di un singolare urban post modern e negli scatti da lui proposti durante il corso degli anni, ha cristallizzato una visione organica della city. Passione architettonica trasfusa in arte fotografica pura, essenziale, mutevole. Il fotografo e professore friulano Italo Zannier, in Storia della fotografia italiana (1986, ed. Laterza Bari), ne esplicita magistralmente summa concettuale “Con le sue immagini, dalla controllata, consapevole tensione metafisica, egli ha efficacemente collaborato a presentare in questi ultimi anni il gusto post modern, rilevando visivamente alcune dimenticate architetture industriali e di periferia, rivalutate come reperti archeologici e fissate con un chiaroscuro intenso ed una prospettiva sfuggente e basculata, nello stile sofisticato anni ’30. Le immagini assumono l’aspetto di reperti storici che trattengono il disfacimento e l’usura del tempo  nell’ottica di un ottimismo progressista di cambiamento rinnovante ove è nitida l’influenza di uno stile fotografico tedesco anni ‘ 30. Una mostra permanente del fotografo è presente nella fondazione romana MAXXI. Un consiglio è di osservare e assaporare gli scatti artistici sulle note degli Air.Gabriele Basilico


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