Magazine Diario personale

Gabriele D'annunzio

Da Silvy56
Gabriele D'annunzio
Egli aveva sentito trascinar via da lei, in quella fuga improvvisa, la maggiore e migliore parte di sé. Dopo, egli non sapeva dire tutta la miseria dei suoi giorni, l'angoscia de' suoi rimpianti, l'assidua implacabile divorante sofferenza interiore. La tristezza cresceva, rompendo ogni diga. Egli n'era sopraffatto. La tristezza era per lui in fondo a tutte le cose. La fuga del tempo gli era un supplizio insopportabile. Non tanto egli rimpiangeva i giorni felici quanto si doleva de' giorni che ora passavano inutilmente per la felicità. Quelli almeno gli avean lasciato un ricordo: questi gli lasciavano un rammarico profondo, quasi un rimorso... La sua vita si consumava in sé stessa, portando in sé la fiamma inestinguibile d'un sol desiderio, l'incurabile disgusto d'ogni altro godimento.

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog