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Da un po' di tempo vedo ( personalmente con sempre divertito piacere ) che Gabriele Paolini è tornato a moltiplicare insistentemente le sue note "comparsate" dietro a seriosi e impettiti cronisti, per la disperazione di ancor più seriosi ( termine che ha, si badi, un' accezione linguistica ben diversa da "seri" ) e indispettiti presentatori dell' informazione televisiva nostrana.
Personalmente mi è molto simpatico: anche perchè insiste, incurante delle mode, a far sfoggio di quegli anacronistici capelli lunghi, e di "quella faccia un po' così" che un ritornello canzonettiero attribuiva notoriamente a "chi ha visto Genova", quasi a sottolinearne lo sgomento e stupore davanti all' incessante e quasi fastidioso spettacolo di "quel mare scuro che si muove anche di notte, e non sta fermo mai" ... In un paesaggio generale che peraltro "ha i giorni tutti uguali" ...
Ed ecco che anche questo "diversamente disturbante" personaggio, che certo non avrà mancato di far nascere anche in voi qualche leggittima domanda ( se non altro del tipo: "ma che gusto ci trova a farlo, parbleu ?" ) casca a pennello nel più ampio contesto dei ragionamenti che stiamo facendo circa il ben più colossale interrogativo postoci dalla generale e debordiana teatralizzazione in corso di "icone e paradossi" di ogni genere e tipo.
E se ( rifacendomi a quanto facevo notare con l' ultima frase del post precedente ), l' inquietante foto finale in cui Jack "guarda e saluta in macchina" ci spinge a chiederci "CHI" sia il vero destinatario di quell' ostentato ammiccamento ( a chi si sta rivolgendo ? Al regista ? O magari proprio a noi spettatori ? ) ... beh, che il tono scanzonato dello "sguardo in camera" di Paolini sia invero direttamente rivolto a presentatori e registi non ci piove ...
MA ATTENZIONE:
Chi ormai frequenta questo blog sa che a Mondart piace porsi delle domande e darsi delle risposte ... che siano possibilmente "semplici", ma non per questo banali.
Chiediamoci: è tutto qui, quindi ??
Paolini lo sta solo facendo per indispettire, a torto o ragione che sia, un cronista e un cameraman ? Solo per il gusto un po' guascone e irresponsabile di disturbare così tanto per fare ??
... O non sta piuttosto segnalando in questo modo l' ennesimo "paradosso" di un baraccone mediatico anch' esso "finto", di un "Truman show" montato a bella posta con la funzione di mentire ? Non sta segnalandoci simpaticamente e paradossalmente, con la sua ostentata e reiterata presenza altrimenti difficile da spiegare, proprio l' "artificiosità" di tale impianto mediatico come oggi concepito e utilizzato ??
Non sta teatralizzando la menzognera finzione e contraddizione intrinseca di una struttura posta "a guardia" ( anzichè a critica ) dell' ancor più vasta "falsità" di tutto il baraccone retrostante ?
E diciamoci la verità: non avete l' impressione che in un certo qual modo sia proprio A NOI che si sta rivolgendo, che sia proprio NOI che sta davvero prendendo per i fondelli ?? ... Quasi a voler dire: "Sveglia sù, non vedi che te la stanno raccontando, non vedi che è un enorme Truman show, cosa aspetti ad uscirne parbleu" ??
( NOTA: Anche qui ci troviamo di fronte quindi alla classica "immagine onirica", alla classica icona teatrale DENSA di significati che si aprono a più direzioni interpretative, anche tra loro antitetiche; ci troviamo di fronte al classico "punto di domanda" che ci indica in modo chiarissimo che "lì sotto" c'è la condensazione visuale di ben più articolati e contestuali concetti e idee complesse di rimando.
Una trasposizione "dal reale al teatrale" dove, con un espediente classico dell' antica "Tragedia Greca", Paolini sta semplicemente incarnando il corrispettivo del "coro e/o corifeo", della voce antagonista che si fa portavoce del pubblico a commentare quanto esposto dall' "attore", che non per niente era allora nominato "l' ipocrita" ).
Paolini quindi altro non è che l' icona vivente dell' ennesimo "punto interrogativo", "chiave di volta interpretativa" che chiede di essere meglio interpretata e capita: a voi formulare una più corretta domanda, e a voi dare le possibili risposte.
E se si giunge a dover ipotizzare che la sua presenza non sia quindi nè banale nè gratuita, beh ecco che si ricade nella domanda di sempre: "chi ce lo manda" ?
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