Da quasi un mese la città è stata incartata da una nuova campagna di affissioni abusive. Questa volta però non è come le altre volte. Questa volta in mezzo ai deliri dei partiti, alle scritte dei sfigati fascisti, ai manifesti illegali dei circhi e dei gitani ci sta il volto di un ragazzo morto 8 anni fa. Gabriele Sandri. Alcuni suoi "amici" hanno deciso di ricordarlo così: affiggendolo a fianco dei manifesti pirata di Casa Pound, sui palazzi, dentro ai sottopassaggi, in mezzo ai sorci, agli scappamenti, alla fuliggine e al puzzo di piscio, accanto ai manifesti di Berlusconi o agli abusi dei centri sociali. O magari coprendo pubblicità regolari, di chi con fatica e sacrificio ha pagato uno spazio di visibilità.
Non si tratta di una reale commemorazione, non si tratta di un omaggio, non si è mai visto un omaggio fatto con cartacce incollate ai muri nei luoghi più fetenti della città. Si tratta semplicemente di alcuni prepotenti che, sfruttando l'effige di una vittima, di un ragazzo scomparso, fanno le loro piasciatine territoriali per dimostrare ad amici e nemici quanto controllano il territorio. Per alimentare il loro ego. Per soddisfare, sfruttando un morto, il loro egoismo e la loro aggressiva prepotenza.
La famiglia di Sandri dovrebbe duramente denunciare questo sfruttamento dell'immagine del ragazzo. Dovrebbe condannare duramente questa speculazione.