Sono innocente è il titolo di un romanzo autobiografico scritto da Gaetano Barbera e pubblicato nel 2014 da Angelo Boemi Editore. Messinese, classe 1956, Barbera è laureato in Economia e commercio e lavora presso un noto istituto bancario.
Il protagonista del libro è Andrea, un uomo timido, sensibile e gentile, che scopre la funzione terapeutica della scrittura. Egli scrive per combattere la sofferenza che lo distrugge: "Poter scrivere, rigurgitare il groviglio di pensieri e il dolore che mozza il fiato forse mi aiuterebbe [...]. Bello poter scrivere e raccontare questo dolore che mi porta lontano, chissà dove". E narra la storia di una separazione nata dall'egoismo, dalla cattiveria, dall'arroganza. Questo tema, oggi molto attuale, rappresenta una realtà spesso nascosta e poco nota; anche l'attore e regista romano Carlo Verdone, nel film Posti in piedi in paradiso (uscito nel 2012), si confronta con questo argomento, riuscendo a rendere divertenti situazioni solitamente negative.
L'autore racconta i fatti dal punto di vista di un padre, un uomo benestante ed affermato che perderà tutto, persino l'affetto della figlia Francesca. La sua vita è stata stravolta in un attimo, la normalità non esiste più, ha perso tutto e si ritrova solo. Cosa è successo? Facciamo qualche passo indietro. Un giorno, un caro amico d'infanzia gli propone di andare al cinema con alcune amiche, così conosce Sara. Lei è simpatica, è laureata in Psicologia ma ha un rapporto complicato con il padre: un alto ufficiale dei Carabinieri soggetto a trasferimenti continui. Nei giorni successivi i due si frequentano e decidono di far conoscere i rispettivi genitori. A causa dello spostamento del padre di lei, per evitare di separarsi, stabiliscono di sposarsi. Naturalmente, ogni problema relativo alle nozze è stato risolto dal Generale, che riesce a sistemare la figlia in ospedale con una buona retribuzione e trova persino un appartamento per la coppia. Arriva il grande giorno, tutto è organizzato alla perfezione.
Dopo il matrimonio gli sposi vanno in crociera e, al rientro, inizia la vita di coppia: lui lavora in banca e, con l'aiuto del suocero, viene trasferito in una filiale a pochi passi da casa, lei invece ottiene un consistente aumento di stipendio. Tutto sembra proseguire senza intoppi: un'occupazione sicura, una moglie benestante, le occasioni di svago non mancano; Andrea, però, in quel mondo si sente a disagio. Passano i primi cinque anni, la coppia ha realizzato tutti i sogni, tuttavia manca un figlio che arriverà solo molto tempo dopo. Nasce Francesca, ma una sera come tante altre, al rientro dal lavoro, Sara comunica ad Andrea che ha deciso di separarsi, dopo dodici anni di vita insieme.
Cacciato da casa e costretto a trovare un altro alloggio, Andrea vuole scoprire la verità ed inizia ad indagare; così viene a sapere che, da tempo, sua moglie lo tradisce con un collega di lavoro. Ciò che spaventa il protagonista è il doversi separare dalla figlia. Arriva il giorno della prima udienza, la donna racconta più di una bugia per mettere in cattiva luce il marito. Passa del tempo, esce l'ordinanza del giudice e scopriamo che l'uomo può vedere la bambina solo due volte a settimana per poche ore e, in più, deve pagare un congruo assegno di mantenimento. Decide di lottare e di non arrendersi. Sara intende impedire gli incontri di Francesca con il padre, quindi avvia una guerra fatta di carte bollate e accuse reciproche. Quattro anni dopo la separazione, Andrea ha ottenuto solo di poter vedere più spesso sua figlia. Nel frattempo, la piccola è cresciuta, ha otto anni.
Intanto, per Andrea è arrivato il momento di ricominciare a vivere, di dimenticare il passato. Una sera conosce Maria, una donna alta, slanciata, elegante. Successivamente, dopo essersi frequentati per un po', i due decidono di convivere. Finalmente, Andrea ottiene il divorzio e può risposarsi. Dal matrimonio nascono due gemelli: un maschietto e una femminuccia. Nel frattempo, Sara si trasferisce a Roma portando con sé la bimba; in tal modo toglie ad Andrea la possibilità di vederla.
Andrea è riuscito a rifarsi una vita, mentre Sara continua a vivere immersa nel suo egoismo, mamma assente e menefreghista. Francesca intanto è cresciuta ed è diventata grande: ora ha diciotto anni ed è consapevole, ormai, della campagna denigratoria della madre contro il padre. Purtroppo, con il passare del tempo, il pessimo rapporto tra Sara e Francesca non è cambiato, invece il legame della ragazza con il papà è rimasto molto forte, pur avendo vissuto lontani. Il testo si conclude con una lettera in cui Francesca dice al padre quanto le è mancato durante la sua crescita. Il libro, nella sua parte finale, è corredato da diversi articoli e documenti riguardanti l'argomento trattato nel volume.
Riflettendo su quanto letto posso dire che emoziona solo in parte. L'autore affronta un tema molto attuale senza particolare brillantezza e, come in un diario, si limita ad elencare gli eventi cronologicamente. La trama, nel complesso, risulta poco armoniosa e fluida. Barbera, raccontando della separazione, diventa prolisso e si perde in dettagli che poco o nulla aggiungono alla vicenda. Unici fattori degni di nota sono la forza del protagonista, capace di inventare qualsiasi cosa pur di superare gli ostacoli che l'ex moglie, per cattiveria, gli pone davanti, e la sua determinazione di padre che fa il possibile per trascorrere del tempo con la figlia.