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Gaia spia la cometa 67P

Creato il 03 novembre 2015 da Media Inaf
Rosetta comet seen by Gaia Short caption: A Gaia image of Comet 67P/Churyumov–Gerasimenko, obtained on 14 September 2015. At that time, the ESA Rosetta spacecraft was about 300 km from the nucleus of the comet, while Gaia was over 260 million kilometres away. The comet had reached the closest point to the Sun on its orbit about a month earlier, on 13 August. The image shows the comet’s coma and tail. The nucleus and Rosetta, which was some 300 km from the surface at the time, are both hidden in the innermost pixel. A number of background stars are also sprinkled around the image, which measures about 4.5 arc minutes across – about one-seventh of the Moon’s diameter. Credit: ESA/Gaia/DPAC Acknowledgement: F. Mignard & P. Tanga, Observatoire de la Côte d’Azur, France

La cometa 67P vista dalla sonda Gaia (missione ESA) il 14 settembre 2015. Quel giorno Rosetta si trovava a 300 chilometri dal nucleo della Churyumov–Gerasimenko, mentre Gaia era a 260 milioni di chilometri di distanza. Nell’immagine potete vedere la chioma e la coda della cometa. Crediti: ESA/Gaia/DPAC. Riconoscimenti: F. Mignard & P. Tanga, Observatoire de la Côte d’Azur, France

La sonda Rosetta non è l’unica che si occupa di “tenere d’occhio” la cometa 67P/Churyumov–Gerasimenko. Di recente, infatti, la sonda Gaia (sempre dell’ESA) ha fotografato – anche se da molto lontano – la cometa “superstar” mentre era intenta a scandagliare ogni tre mesi il cielo e le miliardi di stelle nella nostra galassia. La sonda lanciata nel dicembre 2013 ha una spiccata abilità nel rilevare oggetti deboli e in movimento: ha già identificato migliaia di asteroidi e studiato in maniera accurata la loro orbita (i dati saranno di fondamentale importanza nel futuro).

Anche se sfocata e ben lontana dalle bellissime fotografie inviate negli ultimi mesi da Rosetta, questa immagine ci mostra chioma e coda di 67P da una prospettiva particolare, esattamente da 260 milioni di chilometri di distanza. La foto è stata scattata lo scorso 14 settembre, quando Rosetta si trovava a 300 chilometri dal nucleo di Chury (come amano chiamarla gli esperti). Nella foto – che misura 4,5 arcominuti in larghezza (circa 1/7 del diametro della Luna) – si vedono anche numerose stelle, i piccoli puntini luminosi. L’osservazione è durata solo tre secondi (nello spazio è più che sufficiente) e Gaia ha visto la cometa muoversi di circa 100 chilometri rispetto alle stelle di fondo.

In merito abbiamo chiesto un commento ad Antonella Vallenari, dell’INAF – Osservatorio Astronomico di Padova,  che ricopre il ruolo di deputy chair all’interno del Consorzio di Gaia per tutto quel che riguarda l’analisi e il confezionamento finale dei dati raccolti dal satellite. «In generale Gaia non produce immagini delle sorgenti in cielo, ma misura l’intervallo di tempo durante il quale la sorgente è osservata, trasformandolo poi in precise posizioni nel cielo. Però ci sono casi particolari in cui si attiva un processo che assomiglia un po’ al photo finish nelle gare di atletica con il quale si riesce a stabilire quale corridore è arrivato primo. Alcuni oggetti del Sistema solare, come asteroidi e comete, ci appaiono come corridori velocissimi perché sono molto più vicini a noi di quanto siano le stelle e di conseguenza sembrano muoversi molto più velocemente. Di questi oggetti Gaia ne osserva alcune centinaia di migliaia ma per oggetti particolarmente interessanti, come nel caso della cometa 67P/Churyumov–Gerasimenko, il satellite viene attivato per produrre delle vere immagini».

Attualmente la cometa si trova tra le orbite della Terra e di Marte e ha raggiunto il suo massimo di brillantezza tra agosto e settembre, dopo aver passato il perielio (punto di massimo avvicinamento al Sole) il 13 agosto.

Per saperne di più:

Clicca QUI per andare al sito della missione Gaia

Fonte: Media INAF | Scritto da Eleonora Ferroni


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