USA, colore, 10 episodi, 12 min. cad.
Creato: Micahel Taylor, David Eick
Network: Syfy
Se si cerca di staccarsi da strade già
percorse per andare incontro, anche coraggiosamente, a futuri incerti, faccio
un po’ fatica a comprendere grezzi retrofront come lo può essere questo Blood
and Chrome, pilota di una nuova serie tv basata sul franchise di Battlestar
Galactica che non ha trovato, fortunatamente, sbocco televisivo.
Non ho visto
Caprica, in fondo non ho una grande stima per la serie madre per una serie di
enormi, enormi occasioni mancate (narrazione, universo, mitologia,
interpretazioni, carisma) in favore di uno sviluppo orizzontale assai nebuloso
e in più parti privo di senso alcuno, ma ho apprezzato, almeno concettualmente, l'idea di cambiare registro per uno spin off che prendeva il meglio di BSG per offrire un'opera, di fatto, totalmente nuova e diversa. Devo però anche dire che mi incuriosiva vedere cosa potesse
apportare un prequel come Blood and Chrome, pur nel suo stato embrionale e privo del suo creatore Ronald D. Moore, a un
universo iniziale che aveva già detto tutto quello che doveva dire. E infatti
queste due ore scarse, suddivise in dieci webisodes, riescono a soddisfare
giusto sotto un piano visivo agendo su quel bisogno di effettistica televisiva
e quella voglia di sense of wonder che la serie madre, comunque, aveva già
saziato a sufficienza: quindi ottime battaglie stellari, girate con
quell’originale gusto documentaristico fatto di rapide zoomate e calma
silenziosa, bellissima scelta cromatica e splendido design dei vascelli, certo,
cose però già viste e di fatto inutili in questo spin off.
Difficile infatti parlare di una trama che
pare un filler qualsiasi di BSG, per personaggi, svolgimento, colpi di scena e
conclusione siamo dalle parti della povertà più assoluta, con un giovane
William Adama che fa l’insulso galletto dello spazio senza possedere un
briciolo della personalità che gli garantiva, nella versione adulta, il
mastodontico Edward James Olson. Nessuna sorpresa nella gestione del pallido
parco personaggi, l’intreccio va presto a parare verso tematiche note e poco
interessanti, e a nulla serve il puerile tentativo di twist finale, ampiamente
prevedibile più o meno nel primo episodio. Per me nient’altro da dire, felice
che Sy-fy abbia preferito, e si spera mantenga questa scelta (economica o meno
poco importa), chiudere il progetto sul nascere.
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