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Galactica again: Blood & Chrome (2012)

Creato il 05 febbraio 2013 da Silente
Galactica again: Blood & Chrome (2012) USA, colore, 10 episodi, 12 min. cad.   Creato: Micahel Taylor, David Eick   Network: Syfy 
Se si cerca di staccarsi da strade già percorse per andare incontro, anche coraggiosamente, a futuri incerti, faccio un po’ fatica a comprendere grezzi retrofront come lo può essere questo Blood and Chrome, pilota di una nuova serie tv basata sul franchise di Battlestar Galactica che non ha trovato, fortunatamente, sbocco televisivo. 
Non ho visto Caprica, in fondo non ho una grande stima per la serie madre per una serie di enormi, enormi occasioni mancate (narrazione, universo, mitologia, interpretazioni, carisma) in favore di uno sviluppo orizzontale assai nebuloso e in più parti privo di senso alcuno, ma ho apprezzato, almeno concettualmente, l'idea di cambiare registro per uno spin off che prendeva il meglio di BSG per offrire un'opera, di fatto, totalmente nuova e diversa. Devo però anche dire che mi incuriosiva vedere cosa potesse apportare un prequel come Blood and Chrome, pur nel suo stato embrionale e privo del suo creatore Ronald D. Moore, a un universo iniziale che aveva già detto tutto quello che doveva dire. E infatti queste due ore scarse, suddivise in dieci webisodes, riescono a soddisfare giusto sotto un piano visivo agendo su quel bisogno di effettistica televisiva e quella voglia di sense of wonder che la serie madre, comunque, aveva già saziato a sufficienza: quindi ottime battaglie stellari, girate con quell’originale gusto documentaristico fatto di rapide zoomate e calma silenziosa, bellissima scelta cromatica e splendido design dei vascelli, certo, cose però già viste e di fatto inutili in questo spin off. Difficile infatti parlare di una trama che pare un filler qualsiasi di BSG, per personaggi, svolgimento, colpi di scena e conclusione siamo dalle parti della povertà più assoluta, con un giovane William Adama che fa l’insulso galletto dello spazio senza possedere un briciolo della personalità che gli garantiva, nella versione adulta, il mastodontico Edward James Olson. Nessuna sorpresa nella gestione del pallido parco personaggi, l’intreccio va presto a parare verso tematiche note e poco interessanti, e a nulla serve il puerile tentativo di twist finale, ampiamente prevedibile più o meno nel primo episodio. Per me nient’altro da dire, felice che Sy-fy abbia preferito, e si spera mantenga questa scelta (economica o meno poco importa), chiudere il progetto sul nascere.

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