Il Multi-Object Infrared Camera and Spectrograph (MOIRCS) montato sul telescopio Subaru. Crediti: Subaru Telescope, National Astronomical Observatory of Japan (NAOJ)
Come dei veri e propri archeologi, un di gruppo di astronomi del Swiss Federal Institute of Technology di Zurigo ha osservato dei “fossili” di galassie a 4 miliardi di anni di distanza dall’esplosione del Big Bang rivelando nuovi dettagli sulla formazione ed evoluzione delle galassie massicce. Le osservazioni sono state portate avanti con il Multi-Object InfraRed Camera and Spectrograph (MOIRCS) montato sul telescopio Subaru. Gli esperti, guidati da Masato Onodera, hanno scoperto che il contenuto stellare di queste galassie è sorprendentemente simile a quello di galassie ellittiche massicce viste localmente. Hanno identificato inoltre i progenitori di queste galassie morte, proprio quando erano in fase di formazione (11 miliardi di anni fa).
Questo studio stabilisce un quadro sull’evoluzione di queste galassie. Onodera ha affermato: «Vorremmo studiare l’evoluzione delle galassie più nel dettaglio estendendo il metodo anche ad epoche precedenti».
Nell’universo locale, galassie massicce che ospitano più di 100 miliardi di stelle sono per la maggior parte galassie ellittiche morte e che quindi non presentano alcun segno di attività di formazione stellare. Per capire quando e come questo processo abbia avuto fine in galassie distanti, gli astronomi hanno utilizzato le “impronte fossili” trovate nello spettro delle stelle questo ha dato loro indizi sulla loro datazione, il contenuto in metalli e di altri elementi.
Il team di ricercatori ha analizzato il contenuto delle stelle osservando con MOIRCS diversi oggetti in simultanea. Il campione in tutto conteneva 24 galassie da cui gli esperti hanno creato questo grafico che rappresenta gli spettri delle stelle raccolti in 200 ore di osservazioni. L’analisi di questi spettri mostra che le galassie avevano già un miliardo di anni quando sono state osservate, a 4 miliardi di anni dal Big Bang. Dai dati si evince che le stelle contengono 1,7 volte più elementi pesanti rispetto al Sole.
I risultati rivelano che queste galassie massicce morte si sono evolute fino ad oggi senza ulteriore formazione stellare. Per sapere, però, come potevano apparire queste galassie durante il picco di attività stellare, il team ha studiato i progenitori delle galassie in campione. Cosa hanno scoperto? Queste galassie massicce hanno smesso di produrre stelle molto presto e forse avverrà lo stesso per le galassie massicce locali.
Per saperne di più:
Clicca QUI per leggere lo studio pubblicato su The Astrophysical Journal: “The Ages, Metallicities, and Element Abundance Ratios of Massive Quenched Galaxies at z~1.6”, Onodera et al.
Fonte: Media INAF | Scritto da Eleonora Ferroni