Galimberti si dimetterebbe dopo un anno o due se strattonato. Alcuni suoi pregi. Albertoni. La consigliera.

Corre voce che il candidato alle primarie del centrosinistra Gianluca Galimberti non voglia trasformarsi in un uomo di marmo né in un politico capace di adattarsi troppo facilmente. Le pressioni politiche dei renziani sono un effettivo rischio, e non solo quelle dei renziani. Galimberti è un insegnante, una persona gentile, educata, qualità rare oggi, non un lottatore e non è Stefania Bonaldi, tempra da direttrice.
Questo blog raccoglie voci e pensieri ad alta voce, lancia ipotesi, non è opera sempre giornalistica.
Galimberti va trattato con una certa cautela: non avrebbe voglia di patire uno stress continuo solo per sentirsi sindaco. E questo lo rende simpatico. Però se ha la qualità di non essere attaccato alla poltrona e di essere coerente i renziani piazzeranno un uomo forte in giunta per sostituirlo, forse. Se però c’è l’uomo forte (chi?) Galimba soffre.
Non si è sbilanciato nel discorso di presentazione. Ha parlato di una città da unire. Attenzione però che ci sono state vittime e oppressori, furbastri e potenti, e persone schiacciate. Il lupo e l’agnello.
Galimberti, bisognoso di diplomazia, sarebbe consigliato, si dice, da una prof pizzettiana, tra gli altri.
Sel ha considerato Elisabetta Cabrini, ma vede bene lo stesso Galimberti.
Partecipolis delle nuove povertà si era occupata: il tema non sembra in primo piano e questo preoccupa.
E c’è chi teme persino l’audacia di Franco Albertoni! Perdinci, il presidente dell’Aem alle primarie?! O cercherà in altro modo di non uscire di non perdere un giro?
C’è un problema. Troppi in politica non hanno altro che la politica. Giovani e meno giovani. Si teme anche che qualcuno cerchi di sistemarsi. Il Galimberti almeno lavora e ribadisco ha il pregio eccezionale dell’educazione, non è il solito arrogante.
Questo vale già una speranza. Che poi insegni fisica significa che è abituato a ragionare con metodo. Per un politico sarebbe un miracolo.

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