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Ezio veniva dalla Dacia, e aveva sposato una donna romana. Aveva passato parecchi anni come ostaggio degli unni , e Attila era per lui come un fratello, dato che erano cresciuti insieme. Si era formato alla scuola degli Unni e di Stilicone; ai tempi dell’usurpazione di Giovanni non era ancora un signore della guerra di primo piano, ma gli unni erano l’asso che poteva calare in qualsiasi momento. Quando Giovanni si avvide che le cose stavano mettendosi molto male, mandò Ezio a cercare aiuto a oriente dai suoi amici; si dice che Ezio ritornò con sessantamila unni di rinforzo solo tre giorni dopo l’esecuzione di Giovanni. Era un’orda che poteva tranquillamente tenere testa alle truppe di Teodosio II; subito Galla Placidia( per ingraziarselo) lo nominò Magister Militum per Gallias , dove coi suoi Unni doveva rimettere “ le cose a posto”. Ezio scorazzò così in Gallia coi suoi guerrieri; si sentiva mezzo unno lui stesso, parlava la loro lingua alla perfezione e da loro aveva imparato a cavalcare e a tirare d’arco- le tecniche militari tipiche dei cavalieri della steppa- prima di apprendere la disciplina dell’esercito romano.
Sembra che in ogni battaglia vedesse un duello, un cimento personale, addirittura un giudizio divino, una attitudine che sembra prefigurare quella del cavaliere.
Ezio fece collezione di titoli, Patricius, Magister Utriusque Militiate, e cumulò un potere che nemmeno Stilicone aveva mai avuto, e un giorno, lo sapeva, avrebbe raggiunto il trono; non era certo Valentiniano III a fargli paura. Fino al 454 fece la guerra senza posa, sin quando Valentiniano, stanco della sua presenza ingombrante, lo fece fuori di sua mano: fu forse questa la cosa più stupefacente della straordinaria vita di Ezio, l’essere ucciso da un giovanotto rammollito e debosciato come Valentiniano il figlio di Galla Placidia.
immagine: Mausoleo di Galla Placidia esterno
immagine: Mausoleo di Galla Placidia la volta stellata dell' interno
rif: http://www.imperobizantino.it/node/2366
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