GALLA PLACIDIA (quinta parte)

Da Teoderica


Gli anni passavano; Placidia fondava chiese,( San Giovanni Evangelista, Mausoleo, Santa Croce) si interessava sempre più di religione, mollando man mano gli impegni di governo. L’occidente era andato, anche l’Africa, dove erano arrivati i Vandali, era perduta. A Valentiniano III restava l’Italia con Roma, saccheggiata per due volte. Nel 436 Valentiniano aveva sposato a Costantinopoli Eudocia, la figlia di Teodosio II; nel 437 Placidia gli trasmise i pieni poteri. Valentiniano non aveva quasi più un impero su cui regnare: era stupido e ubriacone . Placidia si rifugiava nel mondo della trascendenza, e si era legata a filo doppio col vescovo di Ravenna, Pietro Crisologo.
Nel gennaio del 450,Galla Placidia da Ravenna si trasferì a Roma; forse presagendo la fine, sul trono vi era il figlio Valentiniano , la situazione dell' Impero sembrava abbastanza tranquilla.
Le lotte estenuanti di Placidia sembravano finite.
Però la sorte doveva riservare ancora un colpo di scena. Come se non bastasse l’ubriachezza abituale di Valentiniano III, adesso ci si mise Onoria, la figlia di Galla, a provocare uno scandalo che coprì di disonore l’intera famiglia imperiale. Onoria doveva restare vergine per non creare problemi di successione, ma si invaghì del suo procuratore e si lasciò sedurre; scoperto il flirt, il suo amante venne immediatamente giustiziato, mentre Onoria veniva costretta a nozze riparatrici con un anziano e innocuo senatore. Allora Onoria volle vendicarsi offrendosi nientedimeno che ad Attila, cui inviò il sigillo.
Era il colpo dei colpi: Attila aveva la possibilità di mettere le mani senza colpo ferire su tutto l’occidente, con la prospettiva di dare vita ad un impero romano/unno, una cosa sbalorditiva che nemmeno Teodosio I aveva osato immaginare. Onoria aveva trent’anni ed era tutt’altro che stupida; sapeva che il fratello era un ubriacone, conosceva le mire imperiali di Ezio e le temeva, come sua madre. Il solo modo per staccare Attila da Ezio era legarlo alla dinastia. L’arrivo di Attila in occidente avrebbe significato il sicuro ridimensionamento di Ezio e la distruzione certa dei Vandali e dei Visigoti, i due popoli più forti del momento. Inoltre Attila non si poteva eliminare coi consueti mezzi militari: bisognava sottometterlo spiritualmente, così come Serena con Stilicone e sua madre con Ataulfo. Quasi certamente Onoria si convinse di soggiogare Attila con le sue grazie femminili, con la sua raffinatezza di principessa romana e, se questo non fosse bastato, col prestigio dinastico e con lo stesso mito di Roma. Erano sogni, e vennero fatti passare come deliri di una mentecatta. Valentiniano III tra una sbornia e l’altra inorridì del fatto che sua sorella potesse finire a letto con un unno, un pagano poligamo capo di orde somiglianti a branchi di lupi. Madre e figlio erano furiosi; da Costantinopoli, Teodosio II li esortò a dare in sposa Onoria ad Attila, per placarlo. Valentiniano ci vide le prove di una congiura ai suoi danni in cui erano coinvolti Teodosio, Ezio, Onoria e Attila: strepitò di lesa maestà e condannò a morte sua sorella.
Ma Placidia salvò sua figlia; se la fece affidare e riuscì a metterla al sicuro, forse in un convento in oriente. Nel 451 Attilà attaccò l’occidente e venne fermato da Ezio, l’anno dopo piombò in Italia ancora rivendicando la mano di Onoria. Aquileia gli sbarrò il passo con tenacia e Attila la rase al suolo, poi mise a ferro e fuoco il Veneto e la Lombardia ed entrò persino a Milano, la vecchia capitale. Sul Mincio si incontrò con papa Leone che lo convinse a ritirarsi.
Galla Placidia era già morta a Roma, nel novembre del 450.
Ella non riposa nello splendido Mausoleo di Ravenna.
immagini: interno mosaicato del Mausoleo di Galla Placidia
rif: http://www.imperobizantino.it/node/2366

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