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Ravenna aveva un chiaro significato: il governo di Onorio si stava riavvicinando all’oriente, il baricentro dell’impero si spostava da nord-ovest verso est.Era una cittadina chiusa e sonnacchiosa, umida e nebbiosa d’inverno, afosa d’estate, oppressa dalle zanzare; la colpì come un pugno nello stomaco, dopo gli anni “ di libertà” trascorsi coi visigoti. Onorio, oltre ad essere un imbecille, era impotente; l’aveva data in sposa a Costanzo senza consultarla, semplice strumento di continuità dinastica. Costanzo, non le piaceva: fu un matrimonio politico, senza amore. Nacquero due figli, una femmina, Onoria, e un maschio, Valentiniano. Da allora in poi Placidia non visse che per preservare il trono a quel fanciullo; nel 421 Placidia divenne Augusta e Costanzo fu associato da Onorio all’Impero. Costanzo però non era più il soldato di una volta, dato che l’ambiente di Ravenna l’aveva alquanto rammollito; cominciò a mostrare comportamenti stravaganti. Un giorno capitò in città un mago asiatico che si vantava di compiere portentosi sortilegi: prometteva che le migliaia di barbari che si erano insediati nei territori imperiali si sarebbero spontaneamente ritirati nei loro paesi d’origine; Costanzo era deciso a mettere alla prova i sortilegi del mago, ma Placidia si oppose minacciando il divorzio, e il mago fece una brutta fine. Nel 421 morì Costanzo, e Placidia si ritrovò vedova per la seconda volta, mentre Teodosio II non aveva riconosciuto né il titolo di Augusta di Placidia,né quello di nobilissimus di Valentiniano, il figlio di Placidia, dato che solo lui si riteneva il solo erede legittimo nell’eventualità della morte di Onorio.
Onorio dal canto suo mostrava sempre più segni di confusione mentale. Corsero voci di un interesse incestuoso per Placidia: tentava goffe avances, la accarezzava, la baciava persino sulla bocca, e pare che lei lo lasciasse fare, pur di salvaguardare la successione di suo figlio. La corte di Ravenna era una jungla: Placidia venne accusata di cospirazione per togliere il trono all’imperatore; Onorio, al solito spaventato e suggestionato, la cacciò dalla città.
Placidia e i figli trovarono rifugio a Costantinopoli. Teodosio II e l’Augusta Pulcheria, sua sorella, avevano tramutato il Palazzo in un monastero; inflissero alla zia penose anticamere e la trattarono alla stregua di una semplice dipendente che doveva obbedire agli ordini del Basileus . Questo penoso soggiorno durò pochi mesi: nel 423 Onorio morì d’idropisia e il problema della successione divenne urgente. La corsa al trono si fece intricata ed intrigante con un imperatore occidentale di nome Giovanni. TeodosioII non ci sta e richiama l' esercito. L’esercito raggiunse Tessalonica dove si divise: un corpo di spedizione puntò per via di terra ad Aquileia, l’altro raggiunse Classe via mare. Dopo varie peripezie, l' esercito arrivò a Ravenna, irruppe in città e la saccheggiò. Placidia si trovava ad Aquileia e qui si prese la sua rivincita. Si fece portare Giovanni, l’usurpatore, e gli venne tagliata la mano destra che aveva firmato leggi sacrileghe; poi, a cavalcioni di un somaro, venne portato in giro nel circo alla presenza del popolo, esposto ai lazzi dei buffoni e al ludibrio della plebaglia; infine venne decapitato. Placidia assunse la reggenza dell’impero per conto di Valentiniano III, un giovane che ben presto si sarebbe dato ai bagordi. Era un impero in disfacimento, barbari dappertutto, Visigoti contro Vandali, Vandali contro Burgundi, Burgundi contro Unni, Bacaudi contro romani, tutti contro tutti. Placidia si destreggiò abilmente, di un uomo soltanto ebbe veramente paura; Ezio.
immagine : San Giovanni Evangelista chiesa edificata da Galla Placidia per grazia ricevuta: la nave sulla quale viaggiava fu salva dal nubifragio mentre ella pregava San Giovanni.
immagine: portale in marmo della chiesa di San Giovanni, raffigura il miracolo della pantofola ricevuta in sogno da Galla Placidia.
rif: http://www.imperobizantino.it/node/2366
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