"Our Brief Eternity" © Pierluigi Fresia
La Galleria Magenta 52 è lieta di annunciare che, a partire dal gennaio 2012, inizierà una nuova programmazione incentrata sulla fotografia, con una serie di mostre in cui, di volta in volta, due oppure tre autori esporranno le loro opere in dialogo tra loro.Perché la fotografia? Accolta ormai a pieno titolo nel mondo dell’arte contemporanea, la fotografia sta vivendo una fase di grande poliedricità e libertà espressiva. In effetti, le nuove possibilità creative offerte dalla tecnologia digitale (che l’ha liberata dal vincolo di essere solo un’impronta della realtà), e anche l’uso contemporaneo o parallelo di altri linguaggi (il video, l’installazione, il disegno, la scrittura, la musica…), hanno permesso a questo mezzo artistico di avventurarsi in direzioni molto differenti fra loro, affrontando così tematiche sempre più ampie.
Senza aver certo la pretesa di offrire uno spaccato esaustivo delle molte strade imboccate dalla fotografia, le mostre proposte intendono portare l’attenzione almeno su alcune di queste tendenze significative.
La prima mostra – Contemporary World di Silvio Canini, Stefano Parrini e Giovanni Presutti
(dal 21 gennaio al 16 marzo 2012) – sottolinea le possibilità della fotografia di giocare in modo ironico tra finzione e documentazione, tra messa in scena e realtà, per riflettere su alcuni tematiche centrali del mondo contemporaneo.
Il filo rosso che lega la mostra immediatamente successiva (Pierluigi Fresia e Claudia Pozzoli, All’inizio era il silenzio, dal 17 marzo all’11 maggio 2012) e le altre che seguiranno (Martina Della Valle e Alessandro Teoldi, Sulla soglia del visibile , dal 12 maggio al 28 luglio 2012 ; Elena Arzuffi e Esther Mathis, A bassa voce, dal 15 settembre al 10 novembre 2012) sarà invece costituito da un approccio poetico, minimale e antiscenografico.
In antitesi con il mondo chiassoso e sovraccarico di stimoli dei mass media, le opere degli autori proposti invitano al silenzio, nascono da sguardi lenti e meditativi che si pongono in ascolto di quanto sta al margine e sfugge a un’osservazione superficiale. Invece di dire tutto e mostrare troppo questi lavori invitano a immaginare, a inseguire le tracce flebili della memoria: si sottraggono ai riflettori del mondo contemporaneo, per offrirsi come piccoli bagliori che, con la loro tenacia e la loro grazia, suggeriscono esperienze dimenticate, fanno riapparire volti, cose, paesaggi in labile equilibrio sull’orlo del loro svanire.
Progetto a cura di Gigliola Foschi
Per ulteriori informazioni: dima-design.it