Game of Thrones: A Telltale Games Series Episode 1 – Iron from Ice

Da Videogiochi @ZGiochi
di Fabio Cecco D'Ortona

Trarre ispirazione da serie televisive od opere letterarie sta diventando routine per gli sviluppatori di Telltale Games, che dismessi i panni da classici avventurieri si son gettati a capofitto in progetti a più ampio raggio ma meno raffinati dal punto di vista del gameplay, che hanno (forse anche per questo) attirato milioni di consensi e permesso al piccolo studio di farsi conoscere come mai prima d’ora. A differenza di The Walking Dead, ispirato ai fumetti di Kirkman, con un cast praticamente inedito, A Game of Thrones: A Telltale Games Series si rifà soprattutto ai luoghi ed ai personaggi apprezzati nella serie televisiva, aprendosi però a nuovi sviluppi e mettendo in luce figure a malapena emerse nella serie dell’emittente HBO. È quindi un titolo che va considerato come un supplemento ai fatti finora narrati, a questo proposito non possiamo che sconsigliarne l’acquisto a tutti coloro che non hanno apprezzato la serie di Benioff e Weiss prima e delle Cronache del ghiaccio e del fuoco di R. R. Martin dopo; potremmo quindi definirla una trasposizione videoludica della serie televisiva pensata per i milioni di fan sparsi nel mondo, che ci riporta nella Guerra dei Cinque Re che ha coinvolto tutte le grandi Case dei Sette Regni, nella Westeros traboccante di eroi e farabutti, inganni ed intrighi, operai e contadini ridotti sul lastrico, spesso vittime di conflitti che non hanno mai desiderato, scatenatisi per la brama di potere e di ricchezza di qualche pezzo grosso. Il primo episodio, Iron from Ice, parte dagli eventi finali della terza serie televisiva, con un regno in fase di stabilizzazione, ma ancora pieno zeppo di fazioni sconfitte che vivono la quotidianità su una pericolosa linea di confine: continuare ad essere fedeli agli Stark, o meno, deciderà le loro sorti, e la Casa dei Forrester di Ironrath si troverà così costretta a compiere una scelta, se non è sopravvivenza questa…

LE FERITE ALL’ONORE SONO PIÙ LENTE A RIMARGINARSI

Game of Thrones non è primo al mondo dei videogiochi, vi basti ricordare i tutt’altro che riusciti titoli di Cyanide Studio e Focus Home Interactive, vittime di realizzazioni sottotono sia dal punto di vista tecnico che del gameplay e dello sfruttamento delle licenze. A distanza di qualche tempo ci riprova Telltale Games, ma a modo suo, affezionata ai film interattivi che tanto divertono e strappano votazioni e pareri esaltanti tra critica e pubblico. Iron from Ice è quindi il primo dei sei capitoli previsti, che ci proietta dinnanzi a scelte e situazioni tipiche della serie Game of Thrones, dove inganni, sangue e violenza, desiderio di potere e brutali omicidi rappresentano il mix esplosivo grazie al quale milioni di persone si sono appassionate alla serie televisiva, molti delle quali senza nemmeno aver letto le opere di Martin. Poco importa in fin dei conti, per gustare appieno Game of Thrones: A Telltale Games Series basta essere ferrati della controparte filmata, che nonostante si attenga alle opere dello scrittore statunitense succitato si è concessa qualche “licenza” nelle quattro serie ad oggi rilasciate. La casata Forrester, dopo le vicissitudini che hanno riguardato da vicino la casata degli Stark, è in bilico, quasi avvinghiata dalla stretta morsa che i Bolton, intervenuti a sostegno dei Whitehill, stanno esercitando. Garred Tuttle, figlio di un allevatore di maiali, è al fianco di alcuni dei più valorosi Forrester (Gregor e Rodrik), ma in battaglia non si può sperare che tutto fili liscio; vittime di un attacco a sorpresa, ben presto Garred si renderà conto che il clima di apparente calma in realtà era dettato da un piano preciso e ben studiato, ideato per favorire l’espansione territoriale degli alleati ai Lannister, e spazzare via i Forrester, da sempre fedeli alla casata degli Stark.

Impresa semplice, considerando il numero di forze nemiche di gran lunga superiori? Affatto, i Forrester si opporranno ricorrendo all’astuzia ed alla diplomazia, che tuttavia apriranno a colpi di scena del finale, a cui lo sviluppatore – in perfetta simbiosi con la serie TV, del resto – non ha proprio saputo rinunciare. Avremo così modo di conoscere la dimora della casata e la famiglia composta da Lady Elissa, moglie di Gregor, e dai suoi figli Talya, Ryon, Ethan (il nuovo giovane Lord) e di Mira, al seguito di Margaery Tyrell, ad Approdo del Re. All’appello mancano il ribelle e combattivo Asher Forrester e gli altrettanto importanti Duncan Tuttle, zio di Garred e fidato di Gregor, Ser Royland Degore e Maester Ortengryn, che avrete modo di conoscere nel corso dell’avventura e sui quali vogliamo riservarci la possibilità di dire il minimo indispensabile, onde evitare qualsiasi tipo di spoiler. Personalità piuttosto interessanti, eppure poco approfondite in questo Iron from Ice, delle quali avrete modo di saperne qualcosina in più anche grazie al ‘Codex‘ selezionabile dal menu principale, che in poche righe di testo riassume la loro posizione all’interno del casato, o l’eventuale importanza ricoperta all’interno della stessa. Come per Tales from the Borderlands, in Game of Thrones i protagonisti di cui far le veci sono molteplici: dall’esiliato Garred a Mira, immersa in un clima ostile così come Sansa Stark nella serie TV, fino al giovane Lord Ethan, trovatosi al comando della casata a causa degli ultimi cruenti e tristi avvenimenti. Differiscono, invece, nella velocità del racconto, nella bontà o frenesia delle situazioni action, che come per le ultime produzioni di questo team di sviluppo avvengono tramite quick time event. In Game of Thrones il ritmo è ben più compassato: nonostante una durata minore rispetto a Zer0 Sum, di cui vi parlammo qualche giorno addietro, Iron from Ice tenta di consegnare al videogiocatore un quadro esaustivo quanto più chiaro possibile, affidandosi a dialoghi e particolari, che portano così ad un numero di scene d’azione minore del solito, ben più brevi di quelle viste nella serie ispirata a Borderlands e, certamente, meno divertenti o entusiasmanti. Tuttavia, si è riusciti nel ricreare il pesante clima che affligge la casata un tempo alleata con gli Stark, lasciando ai dialoghi ed alle numerose scelte da effettuare – soprattutto nei panni di Ethan – le redini per la progressione del racconto, che si fa via via più intricato, calando però di ritmo in svariate circostanze, che fanno scemare un po’ l’immersione in-game. Ciò, anche a causa dei personaggi giocabili poco appariscenti, al momento perfino poco interessanti, ai quali rubano la scena Tyrion e Cersei Lannister, oltre che Ramsay Snow. È grazie ad essi che il primo episodio riacquista vigore, tornando a stuzzicare l’attenzione per via di quell’imprevidibilità di fondo che regna in specifiche circostanze. Le scelte, per giunta, non sono banali e sembrano poter influenzare il racconto nella sua progressione futura – sebbene ci riconducano all’interno dell’unico filone narrativo creato per questo Iron from Ice, come Telltale Games ci ha abituato negli anni – e la rigiocabilità non va sottovalutata, perché è effettuando anche le altre decisioni che si avrà una visione più chiara di quanto giocato, che ha il pregio di presentare un “nuovo” universo e la casata attorno alla quale ruoterà la prima stagione di Game of Thrones, senza deludere nel finale assolutamente inaspettato che aprirà a nuove e pesanti fratture nelle terre di Westeros.

Sul fronte tecnico non siamo dinnanzi a risultati epocali, ma che rientrano nella stiracchiata sufficienza. Se in Tales from the Borderlands rimanemmo alquanto compiaciuti dai modelli dei protagonisti e di alcune delle location ricreate, nel primo episodio di Game of Thrones abbiamo registrato un downgrade qualitativo piuttosto evidente. Il risultato è un mix piuttosto rabberciato tra cel shading e tavole ad olio, le quali costituiscono perlopiù i fondali di gioco; ciò porta ad un paio di gravi conseguenze: la prima riguardante una cattiva coesione tra gli elementi in primo piano e quelli in secondo, con contorni precisi in contrasto di altri (sullo sfondo) seghettati tanto da sembrare a tratti vittime di un pesante aliasing; la seconda, un colpo d’occhio poco stimolante ed accattivante, causato da texture in primo piano di scarsa qualità, un effetto sfocatura persistente e tonalità spesso cupe, atte anche ad evidenziare i difficili momenti della casata Forrester. Se non altro, alcuni scorci come quello di Approdo del Re che potrete gustare a circa metà gioco appaiono in tutta la loro bellezza, risaltando abilità pratica e richiamando alla mente location ed ambientazioni viste proprio nella serie televisiva. Non bastano però a limitare i danni, a maggior ragione se volessimo considerare le animazioni molto semplici e poco elaborate, o l’allestimento scenico a tratti superficiale, che non riesce a sfruttare a dovere l’importanza di luoghi e circostanze per conferire al videogiocatore quel quid necessario all’immedesimazione totale, che nelle due ore di gioco scema in alcuni frangenti a causa di momenti piuttosto morti, anche nelle fasi più “esplorative” degli ambienti, come al solito con pochi elementi interattivi. Lo stesso dicasi per la realizzazione dei modelli, dai quali ci aspettavamo forse di più, anche se non appaiono mal rappresentate le versioni di Tyrion, Margaery, Cersei; è da registrare anche un passo indietro sul fronte sonoro, con un doppiaggio (solo in inglese) ancora una volta eccellente e a cui hanno preso parte anche gli attori della serie TV, ma con una soundtrack dimenticabile e sempre in secondo piano. Da questo punto di vista, forse, la chicca vera e propria è rappresentata dalla sigla, riprodotta alla stregua di quella della serie HBO, a testimonianza ulteriore di quanto questa serie sia vicina all’opera degli sceneggiatori statunitensi Weiss e Benioff.


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :