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Game of Thrones Episode 6: The Ice Dragon – Un finale di sangue

Da Videogiochi @ZGiochi
di Lorenzo "quadrazza" Quadrini

Un finale di 2015 indubbiamente denso per i fan di videogiochi, film e serie TV, che in questo periodo stanno davvero trovando pane per i loro denti. E se, come avrete capito, Star Wars episodio VII spadroneggia nelle sale, gli schermi casalinghi di molti appassionati saranno indubbiamente sintonizzati sull’ultimo episodio della serie Telltale dedicata a Game of Thrones. In questa nostra ultima recensione, viste le dinamiche ampiamente confermate delle precedenti puntate, ci dedicheremo principalmente all’analisi del comparto narrativo e delle scelte. Lo SPOILER insomma è dietro l’angolo, ma d’altronde se siete giunti a giocare tutti e cinque gli episodi, vi consigliamo ovviamente di leggerci a saga conclusa

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Artefici del proprio destino

L’ultimo titolo della prima stagione di Game of Thrones si apre a delle scelte piuttosto drastiche, cambiando sensibilmente quello che sarà il prosieguo del gioco con la seconda stagione (a meno di imbarazzanti deus ex machina che appianino già dal prossimo primo episodio tutte le divergenze fin qui incontrate). Gestire la casata dei Forrester sarà insomma ancora più complicato, grazie ad un intreccio narrativo piuttosto ingarbugliato, e votato come sempre al colpo di scena ed alla violenza caratteristica della saga. Un primo esempio sarà quello della povera Mira, finita durante l’episodio 5 in una delle poco ospitali celle di Approdo del Re. A noi spetterà decidere che strada intraprendere: un matrimonio di convenienza (con un personaggio a dir poco discutibile) oppure la sentenza di morte. Scelte, lo si vede bene, che pesano tantissimo e che conducono a strade diametralmente opposte. Molto interessante anche (e finalmente) il percorso di Gared, che dovrà fronteggiare una serie di dilemmi di non facile risoluzione. Oltre a scoprire il mistero che si cela dietro il North Grove, ci toccherà stabilire definitivamente se obbedire alle ultime volontà del Lord o se marciare verso sud, in aiuto della nostra lontana famiglia. Si tratta di una delle poche opzioni che non vede conseguenze dirette, almeno nell’economia del sesto episodio (ma che quindi potrebbe influire sulla prossima stagione).

Se però alcune delle opzioni di gioco saranno sensibilmente intrecciate a reali e significativi cambi di trama – una caratteristica espressa a pieno solo in questo capitolo, avendo i precedenti sempre portato avanti una politica di interazione quasi fittizia – allo stesso tempo i punti in sospeso ed i buchi narrativi sono davvero troppi per poter lasciare completamente soddisfati i giocatori. Certo si potrebbe obiettare che la tipologia di gioco di Telltale si muove su binari piuttosto differenti dai soliti videogiochi, proponendo delle esperienze interattive meno dinamiche del punta e clicca classico, e più vicine alle opere televisive da cui sono tratte. Allo stesso tempo non ci si riesce a scrollare di dosso la sensazione che l’intero apparato narrativo di questo capitolo finale non riesce a chiudere ed intrecciare al meglio le forti aspettative create fino ad ora. Le stesse decisioni che vengono fatte ricadere sulle spalle del giocatore sono evidentemente frutto di un aut aut che non è figlio di quanto giocato nei primi 5 episodi (che solo in minima parte influiscono davvero sulle situazioni proposte), ma solo della storia preparata per questo finale di stagione. Altro neo, questo però dettato più dalla sensibilità e dal gusto narrativo di ognuno di noi che da veri limiti tecnici o di design, si riscontrerà nell’eccessiva tragicità degli episodi di gioco, che vengono trascinati in un climax talmente forte da risultare poi paradossalmente inefficace. Un difetto però che può oramai essere segnalato anche nelle ultime stagioni televisive, e che appunto attiene più allo “stile Martin” che ad un vero errore di sviluppo. A questo si deve aggiungere il sempre citato problema grafico, oramai troppo evidente per non poter costituire una macchia indelebile in una produzione che tra alti e bassi ha sicuramente offerto forti emozioni e momenti narrativi di grande spessore; ma che nel complesso (visto anche il grande potenziale della proprietà intellettuale sfruttata) avrebbe potuto fare molto di più.

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