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Game of Thrones, la serie televisiva

Creato il 20 febbraio 2013 da Martinaframmartino

Game of Thrones, la serie televisiva

Ieri nei negozi americani è arrivato il cofanetto contenente la seconda stagione di Game of Thrones, la serie televisiva basata sulle Cronache del ghiaccio e del fuoco di George R.R. Martin. Magari qualcuno si chiederà perché ripeto sistematicamente questa frase nei miei articoli, visto che il dettaglio ormai lo conoscono pure le pareti di casa mia, e la risposta è semplice: per farmi trovare dai motori di ricerca. Su FantasyMagazine faccio del mio meglio per usare tutte le parole chiave, qui sono un po’ più dispersiva e caotica, ma se dovessi sempre fare attenzione a tutto il divertimento sparirebbe. Meglio divertirmi che prendere qualche contatto in più, giusto?

Bene, il cofanetto della seconda stagione è arrivato nei negozi d’oltreoceano e io gli ho pure dedicato un articolo: http://www.fantasymagazine.it/notizie/18525/game-of-thrones-il-cofanetto-della-seconda-stagio/. Del resto se non scrivessi questi articoli che genere di esperta sarei? Perché voi venite a leggermi perché mi reputate brava, bella, simpatica e competente, vero? Se la pensate diversamente preferirei evitaste di disilludermi, la vita ci dà già abbastanza mazzate su cose molto più serie. Comunque qualcuno deve avermi giudicata un’esperta davvero visto che mi è stato chiesto di condurre un incontro dedicato alle differenze fra serie televisiva e romanzi dagli organizzatori del Festival di San Giorgio di Mantova. L’appuntamento con me è per sabato 8 giugno alle ore 15,00, ma ne parlerò meglio più avanti. E, a parte me, che potreste definire nulla più che una scribacchina, ci saranno anche alcuni scrittori come Francesco Falconi e Maurizio Temporin, o un illustratore del talento di Paolo Barbieri. Qui c’è una lista molto parziale (e infatti mancano i tre che ho appena citato) di chi ci sarà: http://sangiorgiodimantovabooks.blogspot.it/2013/01/lista-partecipanti-edizione-2013-in.html.

Chiacchiere a parte, qua sotto vi ripropongo la mia recensione del cofanetto della prima stagione del Trono di spade, già pubblicata su FantasyMagazine la vigilia di Natale.

Game of Thrones, la serie televisiva

I primi dieci episodi del Trono di spade sono la trasposizione televisiva del romanzo A Game of Thrones di George R.R. Martin. Ovvio quindi che gli appassionati della saga guardassero con curiosità ma anche con diffidenza un’opera che poteva esaltare così come stravolgere la storia che conoscevano.

A visione ultimata si può dire che David Benioff e D.B. Weiss hanno vinto la scommessa, riuscendo a regalare ad appassionati vecchi e nuovi una storia solida e capace di reggersi in piedi da sola, senza bisogno di conoscere quanto narrato nel romanzo, ma in gran parte fedele al testo di partenza.

Differenze nei dettagli ce ne sono, e la cosa è evidente fin dalla prima scena, la partenza dei Guardiani della notte per la loro missione esplorativa. Per Martin i tre uomini erano già oltre la Barriera e sono i loro colloqui e le descrizioni di collegamento che ci fanno capire in quale ambiente si stiano muovendo e le varie caratteristiche del loro mondo. La televisione però è un mezzo espressivo diverso e deve cercare di mostrare il più possibile incorporando nelle immagini le varie descrizioni. Ecco così che compare quel muro altissimo che sembra non finire mai, realizzato con una computer grafica molto convincente.

La grafica computerizzata e gli effetti speciali sono attentamente dosati lungo tutta l’opera, rendendo possibile la realizzazione delle invenzioni più fantastiche di Martin senza però esagerare o lasciare in ombra la storia, che giustamente rimane l’elemento trainante della serie.

Se la Barriera è solo virtuale, il paesaggio in cui si muovono i Guardiani è invece reale, e realmente diverse sono le luci naturali delle varie ambientazioni e la maggior parte degli edifici. Una commistione dei due aspetti, reale e virtuale, che dona solidità all’intera ambientazione, anche se questo per la produzione si è tramutato in una spesa maggiore legata agli spostamenti fra le varie location.

All’insegna della trasposizione da un mezzo all’altro sono anche piccoli dettagli come la spiegazione di Magistro Illyrio a Viserys sulla noiosità dei matrimoni dothraki senza uccisioni, che nel romanzo era una semplice constatazione del narratore, o l’aggiunta di alcune scene quali la presentazione della famiglia Stark a Grande Inverno prima dell’esecuzione del disertore.

Martin era passato direttamente dallo scontro oltre la Barriera all’esecuzione dell’unico supertite, mentre Benioff e Weiss si fermano per presentare i protagonisti, consci che lo spettatore non ha a disposizione un comodo indice dei nomi in fondo al volume. Ecco allora che si vedono l’abilità al ricamo di quella perfetta giovane lady che è Sansa, lo spirito ribelle di Arya e la sua abilità con l’arco, lo stretto legame affettivo che unisce lei ai vari Jon, Robb e Bran e l’astio che Catelyn nutre per Jon. E, man mano che la scenetta prosegue, arrivano le informazioni, come quella relativa all’età dei personaggi.

Game of Thrones, la serie televisiva
Tutti i ragazzi sono stati invecchiati di uno o due anni, dato evidente per il lettore ma ininfluente per lo spettatore. Alla base di questa scelta c’è la giovane età di Daenerys, protagonista di alcune scene di sesso che un’attrice dell’età della fanciulla dei romanzi non avrebbe legalmente potuto interpretare. La modifica, che consente di avere attori un po’ più grandi e dotati di maggiori capacità interpretative, si è rivelata una scelta vincente. Emilia Clarke (Daenerys), Richard Madden (Robb), Sophie Turner (Sansa), Maisie Williams (Arya), Isaac Hempstead-Wright (Bran) e Jack Gleeson (Joffrey) si sono tutti rivelati all’altezza delle aspettative e non hanno assolutamente sfigurato accanto ad attori del calibro di Sean Bean (Eddard), Peter Dinklage (Tyrion), Lena Headey (Cersei), Michelle Fairley (Catelyn), Aidan Gillen (Petyr “Ditocorto” Baelish) o Charles Dance (Tywin Lannister).

Notevoli soprattutto le interpretazioni di Dinklage, capace di vincere un Emmy e un Golden Globe, di Emilia Clarke e Richard Madden, i cui personaggi crescono notevolmente con il prosieguo della storia, e di Maisie Williams, una vera e propria peste capace di “bucare” lo schermo. Meno convincente Kit Harington (Jon Snow).

A tratti poco felice il doppiaggio italiano, con un Tyrion Lannister in particolare che a volte appare petulante più che astuto o capace di notevoli sottigliezze. Da segnalare che il doppiaggio è stato realizzato da qualcuno che conosce i romanzi, visto che i nomi sono stati tradotti rispettando le vecchie scelte di Sergio Altieri.

Se la modifica relativa all’età è legata al mezzo televisivo, lo stesso può dirsi anche per altri cambiamenti. Mentre nei romanzi è Catelyn a spingere Ned al Sud, qui il suo ruolo è ricoperto da Mastro Luwin, rafforzando l’idea di una famiglia unita e poco ambiziosa ed esaltando il personaggio di Catelyn.

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Per lo spettatore è più semplice avere di fronte due schieramenti nettamente contrapposti piuttosto che le infinite sfumature di grigio delle personalità di Martin, il quale ha a disposizione i monologhi interiori, assenti in televisione, per caratterizzare meglio le sue figure. Ecco allora che Jaime Lannister viene incattivito e che si rivela pronto a provocare e a sfidare tutti per nulla, cosa che in questa stagione funziona perfettamente e che rende il suo personaggio ben chiaro per gli spettatori, ma che rende perplessi i lettori. Conoscendo gli sviluppi futuri della personalità di Jaime, riesce difficile conciliare questa figura con quella che dovrà diventare. Un chiaro esempio di questo cambiamento si ha alla fine del quinto episodio, quando il cavaliere partecipa personalmente a uno scontro che nel romanzo prepara ma del cui esito si disinteressa completamente.

Sono piccoli dettagli che a volte gettano qualche dubbio sulle stagioni a venire nella mente di chi conosce i romanzi ma che almeno per ora non tolgono nulla alla pura e semplice fruizione di una storia coinvolgente e ben realizzata.

Se la qualità della serie era nota da tempo, interessanti sono i contenuti speciali. La guida completa di Westeros, in inglese ma visibile con i sottotitoli italiani, racconta la storia del continente di Westeros con le voci dei suoi abitanti. Ci sono così Bran che sembra ripetere la storia insegnatagli da Mastro Luwin sui Figli della Foresta e sull’Età degli Eroi ma anche Jeor Mormont che spiega chi siano i Guardiani della Notte, Luwin che ne dona una visione dall’esterno e Tyrion che butta tutto in burletta come solo un abitante del Sud potrebbe fare.

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Il fatto che la storia, fino a quella recente con la rivolta Baratheon e il saccheggio di Approdo del Re, sia narrata dalle voci dei protagonisti la rende, oltre che un’utile spiegazione su fatti importanti che sono forzatamente stati esclusi dagli episodi per non renderli troppo pesanti e poco scorrevoli, particolarmente affascinante. In un video affidato quasi esclusivamente alle parole, dato che le immagini sono semplici schizzi monocromi relativi a storia e ambientazione, diventano evidenti i contrasti di percezione e l’importanza relativa dei vari episodi per figure quali Viserys Targaryen, Robert Baratheon, Mastro Luwin e Tywin Lannister.

Sempre in inglese con possibilità d’inserire i sottotitoli sono realizzati quasi tutti gli altri contenuti speciali come i profili di 24 personaggi, con interviste agli attori o alla troupe e alcune immagini fuori scena.

Purtroppo quest’opzione è assente per i commenti audio di Benjoff, Weiss, Martin, Clarke, Dinklage e Harington. Le spiegazioni relative a ogni singolo episodio, ascoltabili durante la visione dell’episodio stesso, sono in inglese senza di sottotitoli e quindi fruibili solo da chi conosce la lingua.

Particolarmente affascinanti sono il Making of della serie e l’Anatomia di un episodio. In entrambi i casi è possibile vedere diverse immagini del dietro le quinte e avere spiegazioni su come sia stato possibile realizzare in modo tanto convincente quel che si vede sullo schermo.

In parte ripetitivo, con alcuni commenti già visti nel Making of, il contenuto dedicato al passaggio Dal libro allo schermo, e lievemente deludente nella scarsità di spiegazioni sul perché di alcune modifiche.

La Creazione dell’open show si sofferma sull’importanza della sigla e sulla sua simbologia, e ha un suo completamento nella mappa allegata al cofanetto. Se la scelta di adoperare una mappa come sigla iniziale è dovuta alla voglia di far vedere quanto sono lontani fra loro i protagonisti, e di far capire perché ciascuna località sia tanto diversa dalle altre, si tratta comunque di immagini che molto rapide, sulle quali non è possibile soffermarsi. Ecco allora che ai DVD è allegata una mappa del continente di Westeros con evidenziati i luoghi dove sono ambientati i vari episodi. Sul suo retro sono tracciati gli alberi genealogici, con tanto di foto degli interpreti e dello stemma di famiglia, delle cinque nobili Case protagoniste di questa stagione. In questo modo sono fornite allo spettatore tutte le informazioni di base per capire meglio chi siano gli infiniti personaggi presenti nella storia, anche se chi lo desidera può far apparire alcune informazioni di base direttamente sullo schermo durante la visione degli episodi.

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Altro video interessante è quello dedicato alla creazione della Lingua Dothraki, capace di spingere a riflettere sulle complessità legate alla lingua sconosciuta ma anche ai vantaggi in termini di resa quando i vari problemi sono superati nel modo migliore. Chiude i contenuti uno sguardo sui Guardiani della notte, necessario probabilmente più a chi non conosce i romanzi che a chi li ha letti.

Complessivamente un ottimo prodotto, sia nell’adattamento del romanzo alla televisione che nei contenuti speciali, capaci da un lato di far apprezzare ancora di più l’enorme lavoro svolto dalla produzione e dall’altro di spiegare dettagli importanti della storia che erano forzatamente rimasti fuori dagli episodi visti in televisione.



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