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Bip, bip, bip, bip, bip, bip, bip, bip, bip, bip, bip, bip, bip, bip, bip,…..T.J. batteva ininterrottamente sui tasti. Non ricordava da quanto tempo fosse lì, seduto alla scrivania e con lo sguardo fisso sul monitor, mentre le sue dita balzavano sui tasti.Aveva il vago presentimento che non mangiasse, né dormisse da parecchio tempo.La cosa strana era che non gli importava. Non sentiva la mancanza del cibo e neppure del sonno, ed era piuttosto bizzarro per un bambino di dieci anni.Cercò di ricordare da quanto tempo era seduto, ma la sua mente non riuscì a vedere altro che il monitor luminoso del computer, come se fosse stato lì da sempre.Provò a sbadigliare, ma anche un semplice sbadiglio gli risultò impossibile.T.J. non ricordava più neppure perché si chiamasse così. Dovevano essere le iniziali del suo nome, ma stranamente non rammentava più quale fosse. La sua camera era piena di videogiochi, computer e giocattoli elettronici. Si alzò e provò ad accendere il cane robot. Udì solo lo scatto dell’interruttore dietro il sedere del cucciolo ma il giocattolo non si mosse.Le pile dovevano essere scariche. Era davvero molto tempo quindi, che non si alzava dalla scrivania!Corse alla finestra, sperando di respirare un po’ d’aria pura, impregnata di anidride carbonica, gas di scarico e fumo. Era quella l’unica aria che aveva respirato da quando era nato.
Non riuscì a sentire neppure il vento. Inspirò, ma il suo petto non si alzò. Si leccò le labbra con la lingua, ma il sapore che percepì fu solo un retrogusto metallico.Doveva essere malato, sicuramente aveva la febbre.Si toccò la fronte e fu come se le sue dita scivolassero su una superficie liscia e gelida.Eh sì, c’era qualcosa che non andava. Forse aveva trascorso davvero troppo tempo al pc, immerso nei suoi giochi.Cercò di ricordare quale fosse l’ultima cosa che aveva visto ma la sua mente gli restituì solo immagini in pixel: labirinti, percorsi con trabocchetti, macchine che saltavano in aria, bombe che esplodevano, principi che duellavano, killer che sparavano…Assieme a quell’irritante rumore che oramai sentiva da giorni, o forse da ancora più tempo.Bip, bip, bip, bip, bip, bip, bip, bip, bip, bip, bip, bip, bip, bip, bip,…..Un suono che si ripeteva all’infinito.T.J. si guardò intorno, sperando di trovare qualcosa da fare ma non ebbe nessuna idea. Tutto quello che sapeva fare e che aveva sempre fatto, era giocare al computer, con gli occhi a pochi centimetri dal monitor, anche se gli bruciavano. Non alzandosi dalla sedia neppure se gli scappava la pipì.Dopo parecchi giorni, era riuscito a controllarsi e lo stimolo era sparito. Non poteva di certo lasciare una partita a metà!La stessa cosa era accaduta per il cibo e per il sonno. Perché sprecare tempo a mangiare e a dormire quando aveva cose molto più importanti da fare, come superare il punteggio dell’avversario mentre combattevano on line?Non ricordava l’ultima volta che sua madre era entrata nella sua camera, sapeva solo che quella volta, come tutte le altre volte, lui le aveva urlato di lasciarlo in pace.T.J. non voleva andare a scuola di mattina, e non voleva andare al parco nel pomeriggio. Non voleva vedere i bambini e neppure gli adulti. Non voleva fare i compiti. Non voleva fare il bagno.Tutto quello che desiderava, era rimanere davanti al suo computer, a giocare ai videogiochi.Finalmente quella mattina T.J. decise di uscire dalla sua camera.Uscì di casa e si fermò in giardino. Alzò gli occhi ma il sole gli sembrò spento e le nuvole opache. Osservò gli alberi e l’erba ma tutto era scolorito e smorto.A quel punto si rese conto che non riusciva più a distinguere bene i colori, ogni cosa era di una tonalità diversa da come se la ricordava.Il mondo aveva perduto tutti i suoi brillanti colori. Il suo cane gli andò incontro ma il pelo color miele era diventato ocra sporco.T.J. lo accarezzò ma non sentì nulla al tatto: quello stesso pelo che tempo prima gli era sembrato così morbido adesso non gli trasmetteva più nulla. Era come toccare il pavimento.Avanzò nel suo giardino e si mise a sfiorare con la mano gli alberi, le foglie e persino l’erba. Niente! Tutto era diventato freddo, scolorito e anonimo.Doveva essere successo qualcosa. Il mondo intero era cambiato, mentre lui rimaneva chiuso in camera sua, davanti al computer?Stropicciò gli occhi con le dita. Ogni cosa, ogni oggetto su cui posava lo sguardo era diverso da com’era stato.Si avvicinò al muro della casa e trattenne un urlo di sgomento. Ispezionò la corteccia degli alberi, un ciuffo d’erba e persino il pelo del suo cane.Con timore, accostò la mano al viso e scrutò ogni centimetro del suo palmo. Anche lui era come il muro della casa, il suo cane, gli alberi e l’erba. Era composto da minuscoli pixel colorati.Provò a piangere ma non ci riuscì, non aveva più lacrime. Sentì l’irrefrenabile impulso di correre da sua madre e rientrò in casa. La trovò nel soggiorno. Lei dondolò il capo e commentò che finalmente suo figlio aveva spento quel maledetto computer. Quando però osservò gli occhi del bambino, la madre urlò di terrore.T.J. aprì la bocca, cercando di spiegare quello che aveva visto, ma nessuna parola concreta uscì dalle sue labbra. Solo un suono metallico si propagò nell’aria, mentre sua madre lo fissava atterrita.Bip, bip, bip, bip, bip, bip, bip, bip, bip, bip, bip, bip, bip, bip, bip,…..Le pupille di T.J. erano diventate due piccole webcam e oramai lui sapeva, non avrebbe mai più visto il mondo come lo vedeva prima. Il mondo intero era finito, con un ultimo ed estremo Game Over.