Game Over ….. Democrazia in Egitto!

Creato il 20 agosto 2013 da Maria Carla Canta @mcc43_

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Polveriera Egitto18 Agosto 2013

dal VIDEOBLOG DI LUCIA GORACCI DA IL CAIRO

Ancora sangue in Egitto. La tregua armata e carica di tensione che ha segnato la giornata, dopo le stragi dei giorni scorsi, è stata rotta nel pomeriggio quando almeno 38 Fratelli musulmani sono stati uccisi nel blindato che li trasferiva da un carcere ad un altro nella zona del delta del Nilo, dopo che un commando di loro confratelli aveva assaltato il convoglio per cercare di liberarli.  Il blitz delle forze di sicurezza, ancora oscuro nella dinamica (si parla di una violenta sparatoria, ma anche di detenuti asfissiati dai gas nell’automezzo), è andato in scena poco dopo il monito lanciato dal nuovo uomo forte del Cairo, il generale Abdel Fatah al-Sissi: ”Non ci piegheremo agli islamisti”. Sissi si è spinto a evocare apertamente il rischio del baratro per il Paese, e un conflitto di natura ”religiosa” che ne sancirebbe la rovina.  ”C’e’ posto per tutti”, ha poi strizzato l’occhio ai Fratelli musulmani, ma invitandoli a ”rivedere” le loro posizioni, ovvero ad accantonare la richiesta d’un ritorno al potere di Mohamed Morsi e la persecuzione giudiziaria degli ”assassini”. Il generale ha parlato nel giorno in cui è stata ufficializzato l’addio non solo al governo ma all’Egitto di Mohamed El Baradei: l’ormai ex vicepresidente e premio Nobel per la pace che ha fatto le valigie alla volta di Vienna dopo essersi dissociato dalla linea dura del governo istituito dai militari, nel pieno di una crisi che da mercoledì conta quasi mille morti in tutto il Paese. [...]

Le forze di sicurezza che hanno sgomberato Rabaa e Nahda mercoledì, con uno dei bilanci più drammatici di vittime da Tiananmen ad oggi, restano intanto in campo, a fronteggiare i pro-Morsi che oggi hanno marciato con le braccia alzate segnando il quattro con le mani: come per dire ”siamo tutti di Rabaa”. In migliaia hanno sfidato il coprifuoco al Cairo, a GizaFayyoum, e altri governatorati del Paese. [...] Ieri la giornata si era chiusa al contrario in un’atmosfera relativamente tranquilla, con le conclusione

di numerose manifestazioni in tutto il Paese senza scontri gravi e lo sgombero ”senza vittime” della moschea Al Fatah degli ‘irriducibili’, al Cairo. Ma a sorpresa oggi è arrivato un bilancio del ministero della Salute, che ha stimato in oltre 70 i morti delle scorse 24 ore, senza precisare altro. Forse una buona parte di vittime va ricondotta in realtà proprio allo sgombero della moschea, preceduto da un’intensa sparatoria.

E mentre da Bruxelles l’Europa paventa conseguenze “imprevedibili” e avverte di essere pronta a “rivedere le relazioni” con l’Egitto se non si fermerà il bagno di sangue, le ultime ore sono caratterizzate dall’offensiva del governo e dei militari contro la stampa occidentale, oltre che contro al Jazeera, accusata di offrire una copertura ”non professionale degli eventi”, favorevole ai Fratelli Musulmani patrocinati dal Qatar. Nelle strade basta che qualcuno gridi ”quelli sono di al Jazeera” per scatenare le ire della folla anti-Morsi, e le intimidazioni si moltiplicano ovunque. Sull’altro fronte è invece al Arabiya, voce dell’Arabia Saudita e vicina al governo provvisorio del Cairo, ad aizzare le recriminazioni dei pro-Morsi. Una guerra di propaganda che va avanti da settimane accanto a quella vera. E che sta sfornando i suoi frutti avvelenati, anche a danno del diritto di cronaca e della sicurezza dei reporter.  ”"”

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19 AGOSTO : HUMAN RIGHT WATCH “ L’uso improvviso e massiccio di armi letali da parte delle Forze di Sicurezza egiziane per disperdere il sit-in  del 14 Agosto ha causato il più grave e illegale eccidio di massa nella storia egiziana moderna.

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