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Gamer’s Chronicles – L’effetto domino degli scambi di copertina

Creato il 27 luglio 2014 da Rostislav @videogiochiword

Era una tranquilla giornata come tante. Nessuna anomalia, nessun imprevisto, nessun motivo per lamentarsi particolarmente.
Una giornata piena solo di costanti ed ordinari lamenti quindi.

Eri lì, giusto al termine della tua sessione videoludica, in quel momento in cui realizzi che l’ora si è fatta tarda e devi per forza porre termine a quella goduriosa ed assuefante attività che però, tranquillamente, sai che il giorno dopo potrà riprendere esattamente da dove l’avevi lasciata, senza il bisogno di alcuna autorizzazione esterna. Il tuo desiderio troverà compimento esattamente allo scoccare del tuo nuovo volere e questo ti permette di sentirti all’apice della placida soddisfazione ozio-umanoanimalesca di cui sei fiero portatore.

Proprio per questo il tuo volto aveva quello sguardo inebetito, perso in qualche coccola cerebrale a cui tu, nuova divinità autocreatasi, ti eri automaticamente destinato per completare quel piacevole procedimento lontano anni luce dalla parola stress-mentale. Il piacere era già tutto quello che avevi ma, da bravo edonista, ne volevi di più. Volevi protrarre quella condizione per ancora qualche minuto con uno stimolo diverso.

E allora, nel momento esatto in cui il tray della console ha fatto uscire il gioco che a tanto piacere ti aveva già condotto, proprio lì ti è venuta in mente l’intuizione definitiva: inserendo un nuovo disco, così, solo per qualche attimo (il tempo della intro, del primo livello, e via), avresti potuto portare la perfezione al suo grado più definitivo ed  assoluto. Noncurante, ancora in quello stato disinnescato dalla realtà, hai preso in mano il gioco appena fuoriuscito dalla console e, per sveltire i tempi e senza badarci troppo, hai inserito quello nuovo con la fretta di chi vuole arrivare il prima possibile all’agognato tesoro.

La ricerca della custodia in cui allocare correttamente il vecchio gioco sarebbe però stata troppo gravosa.
E così, con ingenuità bambina, hai deciso  di apporre il disco nella prima custodia che ti capitava a tiro. Quella impropria, quella più a portata di mano, quella su cui si recita un altro titolo ma che per poco, solo per poco, avrebbe dovuto lasciare che un figlio non suo le dormisse in grembo.

Questione di minuti, di ore, e avresti rimesso tutto al suo posto. “Metterò in ordine  appena finisco la partita, o al massimo domani.”

“Un solo piccolo scambio di custodie cosa vuoi che sia, in fondo?”

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Lo capirai più avanti.
Lo capirai più avanti, esattamente quando la tua faccia avrà assunto questa espressione. Quando, settimane dopo, ti accorgerai che quella che doveva essere l’eccezione – è diventata il vizio.
Un vizio supremo, di quelli subdoli, derivanti direttamente dalla Pigrizia. Silenzioso, beffardo, fintamente innocuo, e per questo, impreventivabile e, fatalmente inarrestabile.

Ma stop, nero, cala il sipario. Buio totale.

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Come risvegliato dalla possessione di un demone che ha sfruttato il tuo corpo come una marionetta per giorni, ecco che,  ingenuamente, giorni dopo, andrai verso il tuo scaffale.
Prenderai la copertina del gioco a cui non giochi da così tanto e di cui proprio in quel momento ti è venuta una voglia inarrestabile, e la aprirai fiero e felice di estrarlo e di trovarlo lì riposto dove madre natura videoludica aveva progettato che fosse.

Occhi sbarrati. Pelo irto. Qualcosa non torna.

All’interno della copertina non c’è il gioco che dovrebbe esserci. C’è un disco diverso.
Di un gioco, diverso:

Pensando ad un attacco singolo di sbadataggine (o di un raro attacco di sonnambulismo della quale non ti preoccupi pur sapendo che potrebbe portarti alla morte), aprirai la copertina dell’altro gioco, convinto, questa volta, di trovarti di fronte al gioco da te desiderato e che così ingenuamente hai scambiato.

Se 1 è in 2, 2 dovrà per forza essere in 1.”

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“Illuso”

Occhi doppiamente sbarrati. Pelo doppiamente irto. Qualcosa non torna nuovamente, cazzo.

Anche all’interno di quella copertina a cui pensavi di aver affidato lo scambio, trovi un gioco ancora diverso.

Pensando prima di essere capitato in qualche astruto tranello cosmico (o di essere presto oggetto di una serata di “Mistero”), capisci allora cosa si cela dietro l’oscuro presagio ed inizi ad intuire la trappola in cui, in quei giorni di ebbra disattenzione di cui hai solo un vago ricordo, sei caduto vittima.

Ebbene. quell’unica volta in cui hai scambiato per un attimo la copertina di un gioco con un altro ha dato il via ad una reazione a catena (propagatasi come un virus a velocità fotonica) di atroci -mettiquestoalpostodiquello-
E mentre il panico sormonta sempre di più dentro di te (già conscio del disastro universale a cui questa cosa può condurre), mentre tenti di risalire anello dopo anello alla fine del labirinto di scambi (con decine e decine di copertine volano per la stanza inarrestabili), quando vedi che anche delle mutande, al posto che in lavatrice, sono state messe nella copertina di ‘Beyond’ (effettivamente ne rispecchiano maggiormente il contenuto) ti rendi conto di aver creato un ordinato disordine, di non impossibile riscotruzione, ma di drammatica ed inammissibile lunghezza.

E il tempo a te concesso come sappiamo non è infinito

“E il tempo a te concesso come sappiamo non è infinito”

Una ricerca impossibile, una ricostruzione con più fili del destino stesso; sai che tutto ciò ti porterà alla follia (ammesso che tu non abbia spostato anche quella).
Non sai quando questa ricerca finirà. Non sai più neanche cosa davvero stai cercando, se un’uscita dalla tua stanza, dalla situazione, o dal labirinto che ora è la tua mente. Per un attimo addirittura arrivi ad odiare addirittura questo ancestrale sistema di supporti fisici implorando che la Digital Delivery ti salvi dal te stesso nel futuro che sicuramente finirà per commettere nuovamente lo stesso errore (quando fino ad un secondo prima la demonizzavi quasi quanto il remake di Davil May Cry).
In quel momento, perlomeno, capisci di aver trovato la follia.

Arrivi a controllare tutto; anche i vecchi sistemi a 16 bit appostati in scatoloni su cui ora imperano solo ragni e creature di dubbia natura.
Sopravvissuto agli attacchi di queste,  e tornato nella tua stanza (che ora sembra aver ospitato una partita di Jumanji ), con l’ultimo barlume di lucidità mentale proverai ad aprire tutti i cassetti della tuo reame, sperando che qualcosa sia sfuggito al tuo minuzioso controllo.

Niente. La tua ricerca è stata perfetta. Conan e la sigr Flatcher si tolgono il cappello e ti danno gli onori del merito (subito dopo ti danno dell’idiota). Hai cercato ovunque. Le speranze sono ormai finite.

Con a stento le lacrime ancora rinchiuse negli occhi ti avvicini alla console per tentare di non pensarci.
Vedrai un film. E’ l’unica cosa che ti può distrarre. Un altro gioco non farebbe altro che riaprire quella ferita ormai lancinantemente scoperta in te. Con il Dvd in mano allora clicchi il pulsante d’uscita del disco, così da essere sicuro che dentro la console non vi sia nulla, e vai poi dritto per inserirlo.

Ecco. Il disco che esce è proprio quello che hai cercato per 48.785 ore.

Gamer’s Chronicles – L’effetto domino degli scambi di copertina

“Cucù!”

Iracondo, più furioso dell’Orlando, prendi quel gioco e lo stringi come se stessi tentando di strozzare il tuo professore di Latino (mentre ti ricorda, saggio ed orgoglioso, che pur essendo una lingua morta finirai per morire tu prima che smettano di studiare lei).
Non si rompe. E’ fatto di diamante. Un diamante che tu forgi perchè ti accorgi che non lo stai stringendo così forte.
Sai di amarlo. Sai che in fondo la colpa è solo tua.

Ma una colpa che non si ripeterà! Mai più.
Sai che il te del futuro che avrebbe ricommesso lo stesso errore è stato definitivamente sconfitto da quella ricerca estenuante. Gli orrori che sono saltati fuori da quella camera in quei momenti servono per imparare, per incidere a fuoco la lezione nella carne. Una lezione che sai che diventerà la base del tuo Io portante.

Ti meriti comunque una pausa dopo tutto ciò.
Prendi il Dvd: “tanto vale vederlo ormai.”
Lo estrai dalla copertina, lo metti nel tray e fai per sederti e guardarlo.
Ti accorgi di aver lasciato il gioco appoggiato sulla scrivania.
Lo prendi, ti guardi intorno: “dove lo metto?

Nel cervello ti si accede una lampadina. Ma il film sta iniziando devi fare in fretta.
La spegni.
Prendi il gioco,

e lo metti nella copertina del Dvd.


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