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Gara versus allenamento: migliora con lo Sport Coaching

Creato il 05 luglio 2010 da Ekis Sport Coaching @Ekis_srl

Mental Coaching per migliori prestazioni!Molto spesso durante l’allenamento gli atleti riescono ad ottenere una performance molto superiore a quella che effettivamente realizzano durante la competizione.

Sei un atleta strepitoso in allenamento ma spesso non riesci ad esprimere le tue capacità durante la gara?

Senti che durante la performance sportiva stai andando con il “freno a mano tirato”, come se ti mancasse la capacità di esprimerti?

Tutti gli sportivi che vogliono ottenere grandi risultati lavorano duramente in allenamento. Il fatto è che molti di loro, ad esempio, mentalmente continuano ad “allenarsi” anche in gara. Intendo dire che approcciano la gara con un atteggiamento che in competizione è disfunzionale, preoccupandosi eccessivamente, per esempio, di come si sentono fisicamente, andando alla ricerca del gioco perfetto, ecc.

Per fare un’analogia, è quello che succede allo studente timido che, interrogato dall’insegnante, magari ha studiato con zelo ma non dimostra con successo quello che sa perché si preoccupa di tutt’altro: teme il giudizio dell’insegnante, dei compagni, ha paura che gli venga chiesto l’unica insignificante informazione che non ricorda, pensa a cosa c’era scritto nel libro invece che rispondere alle domande e così via…

Se in campo a volte capita anche a te di fare lo “studente timido”, sai perfettamente che in questo modo non riesci a rendere effettive le capacità che dimostri in allenamento e la tua mente non ti concede la libertà di performare al meglio di te. Inoltre, permetti più facilmente l’insinuarsi di ulteriori pensieri disfunzionali, ad esempio cominci a preoccuparti troppo del tuo avversario, sale la paura di perdere, l’ansia ecc.

Quindi, quale può essere la soluzione per essere da 10 e lode in gara?

Il mental coach, ad esempio, ti aiuta a riconoscere ed allontanare il tuo personale modo in cui stai sabotando mentalmente la tua gara e ti offre degli strumenti pratici per apportare immediati cambiamenti per un nuovo e produttivo atteggiamento. Ti aiuta a separare mentalmente l’allenamento dalla gara ed a creare i giusti approcci per entrambe le situazioni.

Ho lavorato ultimamente in coaching con un tennista proprio su questa tematica. Osservandolo giocare, si capiva che non riusciva a dominare la partita, preferiva giocare costantemente sulla difensiva senza mai esporsi e troppo spesso aspettava l’errore dell’avversario anziché cercare il punto. Non sfruttava le occasioni, a volte sembrava quasi che effettuasse dei passaggi all’avversario.

Lavorando insieme, durante l’allenamento mentale, ho capito che il suo obiettivo era vincere “giocando perfettamente” e per questo aspettava spesso l’occasione migliore per chiudere il colpo. Non sfruttava ogni singola occasione gli si presentasse per fare punto, perché voleva che la pallina gli arrivasse “in un certo modo” per potersi concedere di rispondere al meglio. Naturalmente questo accadeva inconsciamente, a lui razionalmente sembrava di fare tutto il possibile per essere decisivo, in realtà lo era meno di quanto avrebbe potuto.

Questa sua modalità di approccio alla gara lo influenzava sotto diversi aspetti, ad esempio nel servizio: se ad un certo momento non era potente o angolato come lui avrebbe voluto, si innestava una situazione di delusione per cui i servizi successivi erano sempre più mediocri fino ad iniziare a sbagliare. Inoltre, ad esempio, seguiva un ritmo tutto suo: non riusciva a sintonizzarsi sul ritmo della gara perché era troppo concentrato su se stesso e sul suo ideale di prestazione per accorgersi che l’avversario stava guidando la partita. Inoltre, la stima di sé come giocatore era facilmente minata dal più banale errore…

Per lui è stato cruciale comprendere che la gara non è il momento migliore per tendere alla perfezione del gesto tecnico. Quello che aveva fatto inconsciamente era stato trasferire uno dei suoi obiettivi di allenamento nella competizione.

In realtà, l’occasione migliore per tendere alla perfezione e per eseguire il gesto tecnico ottimale è in fase di allenamento. Durante la partita non giochi contro la perfezione, bensì contro un avversario (di qualunque tipo esso sia), perciò la tua prestazione ha lo scopo di essere utile e finalizzata ad un risultato, poco importa se a volte eseguita tecnicamente in modo imperfetto! In gara ogni occasione va sfruttata e se un colpo non ti riesce come avresti voluto, ma ti è stato utile per segnare un punto, è un buon momento per esultare e cavalcare l’occasione del vantaggio!

La gara è il momento in cui hai bisogno di avere totale fiducia delle capacità che hai acquisito in allenamento. In gara, il tuo impegno è VINCERE, fare tutto quello che serve secondo le tue capacità per arrivare al risultato e niente altro!

D’altronde a cosa serve allenarsi così duramente se non per avere la padronanza fisica, tecnica, tattica e mentale nel momento della competizione? In competizione non c’è da pensare o da aspettare, c’è da AGIRE.

Il tuo focus e la tua concentrazione devono essere indirizzati totalmente alla prestazione vincente, il tuo atteggiamento deve essere quello di un killer, ricordi i famosi killer dei film con il fucile a silenziatore e gli occhiali scuri che con fare sprezzante puntano il mirino a raggi infrarossi sulla testa del bersaglio? Il killer è spietato, agisce per colpire e non si cura di niente e di nessuno.

Sarebbe ridicolo se iniziasse a pensare: “…oddio, come mi sento oggi? Avrò il braccino che trema? E se oggi non riesco ad impugnare bene il mio fucile? E se il mio bersaglio fa uno starnuto proprio mentre sparo e lo manco? E se lo starnuto scappa a me?”

Il killer è freddo, determinato, spietato. Una macchina, un esecutore, con mente lucida e fredda, che pensa solo all’obiettivo, perché sa che quella è l’unica occasione che ha per portarlo a termine.

Cosa decidi di essere? Lo studentello timido o lo spietato killer? Questo dipende da te. Prendi la tua decisione e soprattutto FAI QUALCOSA per cambiare in meglio il tuo approccio alla gara.

Per aiutarti ad avere un riferimento positivo di massima prestazione in gara ti suggerisco questo veloce esercizio:

Ritorna con la mente alla tua migliore performance, quella in cui in assoluto hai reso al meglio. Se ci sei riuscito almeno una volta, sicuramente puoi rifarlo, si tratta solo di prendere consapevolezza di ciò che hai fatto bene per replicarlo con l’aiuto dell’immaginazione. Immagina di essere in quel magnifico stesso stato in questo momento: come ti senti? Com’è la tua postura? Come respiri? Che espressione hai in viso? Come ti muovi? Quali sono i sentimenti e le sensazioni che stai provando? Quali sono i tuoi pensieri, cosa ti dici? Come percepisci il pubblico intorno a te? Come sono le immagini che vedi intorno a te: vivide, colorate, luminose… oppure? Vivi intensamente quel momento, riproducilo tutto quanto attraverso i cinque sensi ed aumenta quelle stesse sensazioni più che puoi. Se sai utilizzare gli ancoraggi, creati un’ancora di questo stato, se ti può aiutare trascrivi tutto e rileggi quando ti serve, se ti piace utilizza della musica super motivante di sottofondo mentre fai l’esercizio.

Prima di ogni gara prenditi cinque minuti per rivivere allo stesso modo quel grande momento, per mettere in circolo nel tuo corpo e nella tua mente il DNA del campione, lo stesso DNA che Nadal ha attivato in grandi quantità quest’anno, vincendo prima il Roland Garros ed ora anche Wimbledon.

Vuoi sapere di più su questo argomento? Scrivi alla nostra rubrica, saremo lieti di risponderti.

Silvia Pasqualetti
Di Silvia Pasqualetti


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